Mondo
Servizio civile: Marelli, Prodi che brutto finale
Sergio Marelli, a Civitas, commenta così la pubblicazione delle graduatorie per il servizio civile 2008: "E' la conseguenza dei tagli che Padoa-Schioppa ha inferto al servizio civile"
di Giulio Leben
PADOVA – “Il giorno in cui il governo Prodi si è insediato, i posti a disposizione per il servizio civile erano 51 mila. Oggi sono 32mila”. Secondo Sergio Marelli, direttore Focsiv – Volontari nel mondo, basterebbe questo dato per rendersi conto quale sia stato l’impegno per la pace da parte del governo nella passata legislatura. Un bilancio non proprio positivo, insomma, intorno al quale hanno discusso oggi a Padova, in occasione del Salone dell’economia solidale Civitas, Patrizia Sentinelli (già Viceministro con delega alla Cooperazione nel governo Prodi), Adriano Poletti del Coordinamento enti locali per la Pace, Nicola La Penta dell'Associazione Comunità Giovanni XXIII e Giovanni Grandi, del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta.
Nella giornata in cui l’Ufficio nazionale del Servizio civile ha reso noti i progetti finanziati per il 2008, non sono mancate le dure critiche di chi, Focsiv e Associazione Giovanni XXIII, da hanno sono impegnati nella formazione dei “caschi bianchi”, ragazzi e ragazze di età fra i 22 e 28 anni, che decidono di trascorrere un periodo della propria vita all'estero come mediatori di pace. “E’ inutile dirsi che si è favore di una politica per la pace – ha insistito Marelli a Civitas – se poi in appena due anni si riduce di oltre il 40 per cento le occasione per ragazzi e ragazze di fare questa esperienza”.
Al centro della polemica, ovviamente, la decisione del ministro Tommaso Padoa Schioppa, di tagliare del 30 per cent i fondi al servizio civile. Una decisione presea in extremis, negli ultimi giorni di carica.
Pronta la risposta di Patrizia Sentinelli, ma altrettanto sincera: “Dobbiamo fare ancora molta strada, lavorare perché il tavolo a cui partecipano anche le ong, che si è costituito in seno al Ministero delùgli Affari Esteri possa continuare il suo lavoro e mi auguro che il governo Berlusconi, e lo dico senza ironia, sia in grado di fare quello che non siamo riusciti a fare noi”.
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