Sostenibilità

Servizio civile, l’ora del rilancio

di Fulco Pratesi

Nel film di George Clooney, “Le idi di marzo” del 2011, il candidato alla presidenza degli Stati Uniti, tra le varie promesse agli elettori in un comizio , cita ,molto applaudito,  “il servizio civile obbligatorio per tutti”. Questo mi ha fatto pensare a quando, nell’imminenza dell’abolizione del servizio militare di leva nel 2004, tutti i rappresentanti  delle associazioni di volontariato furono convocati ad una riunione a Palazzo Chigi, per sentire le varie proposte legate alla fine di tale obbligo per i giovani. Tra tutti gli enti e le organizzazioni presenti, ricordo che solo il rappresentante della Caritas  diocesana ed io per  il WWF ci dichiarammo favorevoli a un servizio civile obbligatorio.

Questo, di una durata da decidere, avrebbe consentito, come un tempo la  esecrata “naja” , di far conoscere ai giovani la realtà di altre regioni e di altri luoghi, basti pensare all’orgoglio di Totò che in vari film rivendicava come titolo di eccellenza  di aver fatto il militare a Cuneo. Oltretutto le strutture, l’organizzazione, le caserme appena dismesse, avrebbero facilitato il compito di coinvolgere grandi masse di giovani, maschi e femmine, in un periodo di collaborazione e volontariato in favore di tante cause sociali, dall’assistenza agli anziani e disabili, alla protezione civile, alla difesa della natura e dell’ambiente. Nella mia convinzione ero sostenuto dall’esperienza  che il WWF aveva conosciuto con i  tanti “Obiettori di coscienza” che al servizio militare avevano preferito, per ragioni etiche e ideologiche, di dare aiuto alle necessità  che già in quegli anni, attanagliavano la società e l’ambiente.  La Legge Marcora, n.772 del 1972  dava infatti  la possibilità ai richiamati alle armi di prestare servizio civile, pur con un periodo di leva maggiorato  di 8 mesi rispetto ai 15 di allora.

Per l’Associazione furono  esperienze veramente positive: molti obiettori,  finito l’obbligo di leva civile, restarono a collaborare con l’Associazione, come grafici, fotografi, educatori,  giornalisti, guide turistiche di successo. Basti pensare che molte delle nostre sedi regionali e Oasi erano tenute in piedi proprio da questo personale, che in seguito venne a mancare con gravi disagi per la gestione della rete periferica. Di fronte ai tanti problemi, causati dalla noia, dalla mancanza di lavoro e di prospettive, del calo delle ideologie e dell’etica ai quali i giovani d’oggi devono fare fronte, un periodo della loro vita dedicata a cause di solidarietà e d’impegno civile, non farebbe che apportare forti vantaggi a una società sempre più alla ricerca di sé stessa.

Per questo, l’iniziativa di “Vita”,il portale della sostenibilità sociale, economica e ambientale, che ha ripreso con energia ed efficacia tale tema con l’idea del servizio civile universale deve, pur nel marasma politico in cui ci troviamo, trovare ascolto e collaborazione, soprattutto tra le organizzazioni del volontariato  che per prime si avvantaggerebbero dal successo della proposta.


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