Volontariato

servizio civile, la Toscana si fa i conti in casa

Presentato il primo rapporto regionale

di Daniele Biella

Buona la copertura (92% dei posti disponibili) e la partecipazione degli enti privati (75% del totale). Ma il servizio rimane un’esperienza di nicchiaUn esercito senz’armi di 2.779 persone. Tanti sono i giovani che hanno svolto il servizio civile nella regione Toscana nel 2008. Lo dice il primo Rapporto sul servizio civile in Toscana, presentato in questi giorni dalla Crescit, la Conferenza regionale degli enti per il servizio civile. Buoni numeri, «ma molto più alto è il beneficio dell’operato di questi giovani sulla nostra comunità», spiega Lino Leonardi, 47 anni, presidente della Crescit (formato dai sei maggiori enti regionali: Anpas, Arci Servizio civile, Caritas, Confcooperative, Legacoop e Misericordie) dal 2006 e coordinatore del rapporto. «Un ottimo strumento di analisi della realtà» che diventerà un appuntamento annuale, così come stabilito dal protocollo tra la stessa Conferenza e la Regione Toscana, stilato a inizio dello scorso anno.
«Per la prima volta abbiamo un panorama completo di tutte le attività che i volontari svolgono nel loro anno di servizio», continua Leonardi, «sia per i progetti riguardanti l’albo nazionale che di quello regionale». In tutto, sono stati 434 (su 1.027 presentati) i progetti avviati lo scorso anno, 323 dei quali realizzati da enti privati (il 74,4%), 111 da enti pubblici, «una disparità dovuta alla capacità del terzo settore di svolgere un intenso lavoro di progettazione e al maggiore contatto diretto con il territorio». Sono 245 gli enti regionali accreditati a presentare progetti di servizio civile, su ben 3.925 sedi, tra cui 15 all’estero o fuori regione. «Dal rapporto emerge il dato sulle risorse investite dagli stessi enti in aggiunta ai fondi statali: la stima è di 1,7 milioni di euro e il coinvolgimento di 1.574 lavoratori interni», prosegue il presidente del Crescit.
I posti disponibili per il 2008 erano 3.041: i 2.779 che hanno effettivamente svolto il servizio rappresentano quindi il 92% del totale. La pubblicazione rivela anche l’incidenza dei giovani che svolgono il servizio sulla popolazione regionale tra i 18 e i 28 anni: è dello 0,73%. «Potrebbero e dovrebbero essere di più. Per questo da una parte è importante la formazione alla cittadinanza, per raggiungere anche chi non è al corrente dell’opportunità», aggiunge Leonardi, «dall’altra si potrebbe allargare l’utenza, puntando anche sui giovani non italiani, ma residenti in Italia». In entrambi i casi, per il presidente del Crescit «è chiaro che la prerogativa è il poter contare su un buon budget». A oggi, nonostante vi sia una legge della Regione Toscana sul servizio civile, «in mancanza di un regolamento attuativo tutti i progetti regionali fanno riferimento a fondi nazionali». Che sono sempre meno.

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