Volontariato
servizio civile, la Lega promette 40mila volontari
Cosa c'è nella riforma federale che vuole il Carroccio
Questo il contingente annuale che, in base al progetto scritto da Erica Rivolta, sarebbe finanziabile con le risorse già stanziate dal governo. Un progetto «federalista, che vuole aiutare Giovanardi a rendere più efficace la sua ipotesi
di riforma». Quanto agli enti storici «nessun timore: verranno salvaguardati»
È tutto pronto, manca solo la consegna del disegno di legge alla Camera dei deputati. Dettagli. Il testo della riforma federale del servizio civile è scritta nero su bianco. Siglata per prima dalla deputata leghista Erica Rivolta. Dietro di lei, il fronte del Carroccio è più compatto che mai. Insomma, proprio sul servizio civile, dopo le prime scintille (sotto forma di interrogazioni parlamentari), le camicie verdi aprono in modo ufficiale un nuovo fronte interno alla maggioranza. E lo fanno nelle settimane in cui il sottosegretario Carlo Giovanardi sta limando fra mille difficoltà la “sua” riforma del “comparto” che il Pdl vorrebbe rendere effettiva a partire dalla stagione 2010.
Vita: Onorevole Rivolta, dal suo punto di osservazione quali sono le falle dell’attuale sistema del servizio civile?
Erica Rivolta: Innanzitutto la mancanza di collegamento tra territorio e servizio civile: il 50% dei volontari opera su progetti valutati da Unsc, ma che riguardano competenze delle Regioni. Inoltre vi è una distribuzione anomala dei giovani: un terzo dei volontari in servizio civile è concentrato in due regioni, Campania e Sicilia! Infine, i controlli sono inefficaci: ho ricevuto in questi giorni la risposta ad un’interrogazione sui volontari impiegati come accompagnatori di non vedenti che lo conferma.
Vita: Quali rimedi introduce la vostra proposta di legge?
Rivolta: Ancorare il servizio civile al territorio con le Regioni che valutano, approvano e monitorano i progetti. Il livello nazionale stabilisce regole omogenee per le Regioni che saranno incentivate a sostenere il servizio civile.
Vita: Anche il sottosegretario Giovanardi da tempo sta lavorando ad una proposta di riforma. La sua iniziativa non rischia di aprire un fronte di polemica interno alla maggioranza?
Rivolta: Nessuna polemica. La nostra proposta facilita il lavoro del sottosegretario: individua risorse aggiuntive, dà maggiori responsabilità alle Regioni, sgrava il servizio civile da carichi fiscali, riequilibra la distribuzione territoriale. Per fare ciò serve un servizio civile “federalista”, è un “sacrificio” di cui Giovanardi potrà farsi carico.
Vita: La proposta della Lega non prevede oneri aggiuntivi a carico dello Stato in linea con la programmazione finanziaria: vuol dire che potrà aumentare il numero dei volontari rispetto ai meno di 25mila del 2009? E se sì, con quali risorse?
Rivolta: La Lega sa essere creativa a livello finanziario. Due esempi, Regione Lombardia e Regione Abruzzo: se oggi la proposta fosse legge, in Regione Lombardia vi sarebbero risorse per avviare 3.500 volontari, in Regione Abruzzo circa 800: i numeri richiesti dai territori. Questo perché le risorse dello Stato sarebbero implementate da quelle di Regioni ed enti: complessivamente si passerebbe da 25mila avvii a circa 40mila.
Vita: L’impalcatura di questa riforma federalista rischia di sfavorire i cosiddetti enti storici, da sempre contrari alla nascita degli albi regionali. È possibile immaginare un servizio civile senza, per fare alcuni esempi, Arci, Anpas o Caritas?
Rivolta: Timori infondati: la loro dimensione nazionale verrà salvaguardata e avranno un loro albo. Presenteranno progetti a dimensione regionale, valutati e monitorati dalle Regioni. Accade senza problemi in molti altri settori, dalla cultura agli anziani.
Vita: La proposta prevede formule di cofinanziamento. In questo senso ha avuto rassicurazioni da Regioni e enti?
Rivolta: Il cofinanziamento è utilizzato da decenni nei bandi dell’Unione Europea o delle fondazioni bancarie. Leggi regionali e nazionali lo prevedono per i progetti presentati da enti locali o del privato sociale. Tale sistema consoliderebbe il servizio civile e comporterebbe maggior responsabilità circa l’uso delle risorse pubbliche. Chi potrebbe essere contrario?
Vita: Ritiene che la difesa non armata della patria e la promozione alla cittadinanza attiva per i giovani siano ancora i due obiettivi principali?
Rivolta: L’attuale legge tratta di difesa non militare della Patria, non di difesa non armata. Mi permetta una metafora. Se possiamo aiutare un nostro congiunto malato su cosa investiamo: sulle cure per la guarigione o su una splendida cerimonia funebre? Disquisire oggi sul servizio civile di difesa non militare significa concentrare le nostre risorse sulla cerimonia funebre. I nostri giovani meritano ben altro.
Vita: Negli ultimi tempi abbiamo registrato un aumento dell’interesse della Lega nei confronti del servizio civile. Come si spiega?
Rivolta: Molti parlamentari della Lega sono obiettori di coscienza o amministratori di enti locali, consapevoli dell’importanza del servizio civile per i giovani e per la loro crescita formativa e civica. L’interesse e la nostra attenzione alle esigenze della nostra gente è nota, e con prontezza abbiamo raccolto le segnalazioni di ingiustizia e malfunzionamento giunte da più parti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.