Politica

Servizio civile, la deriva molisana

A Campobasso si esternalizza l’Ufficio regionale a un consorzio ed è polemica. Sullo sfondo il rischio di conflitti d’interesse: un caso che fa discutere

di Daniele Biella

Terreno scivoloso, muoversi con cautela. Negli ultimi tempi è questa l?indicazione da ricordare, quando si parla di servizio civile. Da poco sedate le polemiche (vedi Vita n. 24 e 25), e rattoppati i ?buchi? del bando di giugno con i nuovi 8.500 posti necessari a garantire la sopravvivenza per decine di enti, ecco nascere nuovi contenziosi tra i vari protagonisti. Questa volta siamo in Molise, dove da quest?anno, al pari delle altre Regioni italiane, le competenze per la gestione (promozione, monitoraggio, selezione) del servizio civile sono passate dal controllo nazionale a quello regionale. La seconda Regione più piccola d?Italia non ce la fa da sola, e a ottobre 2005 indice un bando per appaltare il servizio a un ente esterno. Si presentano in due: vince la Ati Confcooperative Molise/Consorzio Molise Solidarietà, ente fra i più noti in regione per l?impegno nel sociale. Ma l?altro contendente, la sezione molisana dell?Agci – Associazione generale cooperative italiane, non ci sta. A fine luglio il suo presidente, Agostino De Faenza, chiede alla Regione la revoca dell?incarico e un nuovo bando. Motivo? «Il rischio è di un vantaggio nell?attribuzione dei volontari futuri», dice De Faenza, «l?ente vincitore ha in mano l?intera gestione del servizio, il controllato non può essere il controllore». La risposta non si fa attendere: «Il nostro incarico prevede solo la promozione del servizio, attraverso uno sportello informativo, non la selezione», afferma Vinicio d?Ambrosio, presidente di Confcooperative Molise. Anche l?assessore alle Politiche sociali, Michele Picciano getta acqua sul fuoco: «La Regione conserva le competenze per l?accreditamento, l?acquisizione e la valutazione dei progetti». Ma allora perché dare il resto della gestione a un ente esterno? «Per velocizzare il passaggio di competenze Stato – Regioni», risponde Picciano, che aggiunge: «La trasparenza è garantita». Sarà, ma il dubbio che questa pratica faciliti nuovi equivoci rimane. Per ora il caso molisano resta l?unico nel suo genere, ma il pericolo di ?monopoli? è sempre alle porte (vedasi l?esperienza dei service nell?ultimo bando) e l?Ufficio nazionale Servizio civile lo sa bene. «Ognuno ha compiti precisi, noi siamo qui per garantire l?imparzialità di tutti gli attori in gioco», dice a Vita Sergio Masini, fresco di incarico quale direttore generale pro tempore dell?Unsc. «Da gennaio le Regioni possono operare in modo autonomo», aggiunge Masini, «se dovessero nascere conflitti d?interesse, saremo i primi a segnalarlo».


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