Politica

Servizio civile, il Pd si fa in cinque

Fra i democratici si infiamma il dibattito. Cecilia Carmassi: «È venuto il momento di fare sintesi». Ma non sarà semplice

di Redazione

E cinque. Tante (ad oggi) sono le proposte di riforma del servizio civile sostenute da esponenti del Partito democratico. A completare il quadro sono la deputata Marina Sereni e la senatrice Maria Fortuna Incostante che, come annuncia a Vita il portavoce della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile Primo Di Blasio, «hanno manifestato grande interesse nei confronti del testo che abbiamo presentato a inizio giugno». Di fatto proprio Sereni e Incostante forniranno la principale sponda parlamentare alla Cnesc.
Prima di loro però sull’argomento si sono avvicendati il senatore Gigi Bobba che, proprio da queste colonne, ha lanciato l’idea del servizio civile obbligatorio; il suo collega Enzo Bianco, che il 25 maggio ha presentato un testo (S.2176) favorevole all’introduzione di una riserva del 20% per i progetti rivolti ai disabili gravi; l’onorevole Livia Turco (C.3047) che vorrebbe aprire le porte agli immigrati; il deputato Enrico Farinone (C. 2683) che fin dallo scorso 8 settembre ha messo sul tappeto la sua ipotesi di «Nuova disciplina del Servizio civile nazionale».
Cinque proposte molto differenti fra loro e in alcuni casi palesemente contraddittorie. Basti solo pensare alla manifesta contrarietà della Cnesc alla proposta Bianco (che fa il paio con il plauso pubblico che il coordinamento ha voluto offrire a un emendamento all’art. 54 della manovra che, su iniziativa della Incostante e di altri senatori piddini, ha proposto – senza esito – un incremento della dotazione finanziaria al fondo nazionale). Ancora più evidente l’incompatibilità fra la regionalizzazione spinta sostenuta da Farinone e l’ancoraggio alla visione nazionale su cui si fonda il testo della Cnesc.
Insomma, il partito di Bersani (anche) su questo versante sembra aver smarrito la bussola. Tanto che la responsabile terzo settore della segreteria nazionale, Cecilia Carmassi pochi giorni fa ha riunito una quindicina di parlamentari per richiamarli all’ordine. «Stiamo lavorando per arrivare a un punto di sintesi, che credo possibile tenendo presente che è inutile dividersi su proposte di riforma, quando con i fondi previsti in Finanziaria il servizio civile rischia di chiudere». Operativamente però dal faccia a faccia di inizio luglio non è venuto fuori nessun accordo se non quello di rivedersi dopo le vacanze. «Non credo sarà un percorso breve», conferma Enrico Farinone, anche lui fra i convocati dalla Carmassi, «un testo unitario però non può prescindere dalle ragioni che animano le varie proposte». In altre parole, «per quanto mi concerne il tema di una migliore e più equa distribuzione territoriale dei volontari non può venir accantonato».


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