Politica

Servizio civile, Il nuovo trend visto da nord e da sud

Qui Torino. Così facciamo risparmiare le associazioni

di Redazione

Un ufficio in pianta stabile composto da cinque persone, a cui si aggiungono altri 45 esperti suddivisi in tre settori: progettazione, tutoraggio e selezione. Così il Comune di Torino in soli tre anni è diventato uno dei maggiori enti di servizio civile in grado di avviare, nel 2005, 401 volontari (l?anno prima erano stati 252). Ma solo 148 di loro sono stati impegnati direttamente dal Comune. I rimanenti sono stati suddivisi fra i paesi della cintura (94 volontari) e ?altri enti?, «fra questi in grande crescita le associazioni e le cooperative, che ci vengono segnalate dal Centro servizi per il volontariato Idea Solidale», chiarisce Gianfranco Padovano, attuale coordinatore generale dell?ufficio servizio civile nazionale per conto del Comune torinese, dopo che per anni si era occupato di obiezione di coscienza. Anche in questi casi però la responsabilità e la gestione del progetto è interamente nelle mani dell?ente pubblico: «Le realtà di terzo settore con cui collaboriamo non sono in grado né di presentare né di gestire autonomamente i progetti». «In questo modo», chiosa Padovano, «diamo continuità a un network costruito fin dai tempi della leva obbligatoria, evitando a molte realtà di volontariato di spendere inutilmente risorse in spese di struttura».

Qui Foggia. Un trampolino verso il mondo del lavoro
Dietro l?insegna di Capitanata solidale si cela una vera e propria multinazionale del servizio civile. Il deus ex machina del progetto risponde al nome di Antonio Fusco, una lunga esperienza di non profit alle spalle e un presente da responsabile dell?ufficio ad hoc messo in piedi dalla Provincia di Foggia. Nel 2005 Fusco ha avviato 604 giovani (ma nel 2006 saranno quasi 800) impegnati in 72 progetti di servizio civile. Valicando anche i confini della provincia. «Grazie ad accordi di partenariato pensiamo, gestiamo e amministriamo progetti e volontari da impiegare in altre province, come quelle di Bari e Brindisi, ma anche in numerose associazioni di volontariato», spiega Fusco. Un esempio per tutti? L?accordo sottoscritto otto mesi fa con l?Aido nazionale, l?Associazione italiana per la donazione di organi. Ormai sono 110 i partner dell?ente di Palazzo Dogani, alcuni dei quali all?estero. «In questo momento stiamo gestendo tre progetti in Polonia, Repubblica Ceca e Lituania», conferma Fusco. La holding foggiana però si è spinta oltre, creando una sorta di ufficio di collocamento a disposizione degli ex volontari. «Si chiama associazione Mondo nuovo», conclude Fusco, «ed è un trampolino di lancio che consente ai giovani di mettere a frutto nel mondo del lavoro la loro esperienza da volontari».

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