Formazione
Servizio civile, i Comuni non ci stanno
«Con questi numeri andiamo verso un sistema d'élite». E su Giovanardi: «Invece di chiedere soldi a noi, faccia sentire la sua voce»
di Redazione
No al Dpef presentato dall’Ufficio nazionale. E no anche alla riforma Giovanardi. Sul servizio civile i Comuni italiani (circa 3mila dei quali in modo autonomo o associato partecipano al servizio civile) decidono di alzare la voce. Lo fanno – in un momento delicatissimo – con la loro portavoce Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo, in provincia di Prato, e responsabile in materia per l’Anci – Associazione nazionale Comuni italiani. Se non vi sarà un’inversione di rotta «nel 2011 avremo in servizio meno di 10mila giovani» e così «non potremo più parlare di servizio civile, ma di un servizio d’élite per ragazzi privilegiati». Sulla scrivania della Bugetti ci sono i disegni di legge Farinone (Pd) e Rivolta (Lega), entrambi all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera: «Non c’è dubbio che siano i due testi che più ci piacciono».
Vita: Le due proposte spingono sul tasto della regionalizzazione, l’ipotesi leghista parte addirittura dal presupposto che ci sia una sperequazione fra Nord e Sud a sfavore del Settentrione. Lei rappresenta tutti i Comuni italiani. Concorda anche su questo?
Ilaria Bugetti: In effetti sul punto specifico la pensiamo diversamente dal Carroccio. Anche perché bisognerebbe allora registrare che ci sono differenze anche fra Lombardia e Piemonte, o fra Lombardia e Veneto.
Vita: L’Unsc ha previsto un riparto con una quota del 55% del contingente agli enti nazionali, mentre il restante 45% alle Regioni. Cosa ne pensa?
Bugetti: Non siamo d’accordo. La soluzione più equilibrata sarebbe quella di dividere il Fondo al 50% fra nazionale e regionale. Una ripartizione che andrebbe replicata anche fra Comuni e associazioni. Anche perché in molti casi lavoriamo spalla a spalla.
Vita: Il sottosegretario Carlo Giovanardi ha invitato le grandi amministrazioni a partecipare al finanziamento del servizio civile. Come risponde?
Bugetti: È una richiesta che non possiamo accogliere. Giovanardi ha citato i casi di Torino e Roma, ma lo ha fatto senza sapere che quelle città, come Firenze e altre, “raccolgono” e redistribuiscono i ragazzi anche per i Comuni del circondario in virtù di accordi intercomunali.
Vita: Ma siete disposti a investire del vostro?
Bugetti: Alcuni Comuni lombardi lo fanno, ma non può essere questa la regola. In molti casi non abbiamo a disposizione le risorse necessarie.
Vita: Quindi l’onere della spesa spetta tutto allo Stato centrale?
Bugetti: Sì, anche perché Giovanardi continua a dire di essere mortificato per l’esiguità delle risorse. E invece spetterebbe proprio a lui – che è al governo – pretendere garanzie.
Vita: Dica la verità, molti Comuni senza volontari sarebbero in ginocchio?
Bugetti: Guardi che se si cancella il servizio civile, le vere vittime sono i ragazzi che non potrebbero più contare su una formidabile palestra di democrazia.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.