Formazione

Servizio Civile: gli obiettori a Giovanardi, il 2 giugno non ci saremo

Il ministro Giovanardi, propone che i giovani del servizio civile sfilino a Roma per la Festa del 2 Giugno, ma la proposta viene bocciata dagli obiettori di coscienza

di Redazione

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, e’ dell’avviso che anche i giovani che scelgono il servizio civile debbano sfilare a Roma per la Festa del 2 Giugno, ma la proposta viene bocciata dagli obiettori di coscienza, secondo cui per rilanciare il servizio civile i rimedi sono altri. ”Passati i bagordi delle festivita’ di Capodanno – dichiarano Enrico Maria Borrelli e Massimo Paolicelli, rispettivamente portavoce e presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti, a proposito di quanto affermato da Giovanardi al Corriere della Sera – ci auguriamo che il Ministro faccia proposte piu’ serie per salvare il servizio civile”. Secondo gli esponenti dell’Aon, ”proporre di far sfilare gli obiettori in servizio civile nella parata militare del 2 giugno e farli iscrivere all’Associazione nazionale alpini, non aiuta di certo a garantire un bacino di 60.000 giovani in servizio civile, anzi rischia di creare il vuoto intorno ad una proposta di alto valore ricordata anche dal Capo dello Stato. La pari dignita’ tra difesa della Patria armata e non armata, non si ottiene scimmiottando arcaiche forme di esaltazione della forza, ma, per esempio, permettendo al servizio civile semplicemente di esistere e non di sparire perche’ ritenuto concorrenziale al reclutamento militare. Infatti per mantenere la struttura militare lo Stato spende ben 19.614 milioni di euro, mentre per il servizio civile investe solo 119 milioni di euro, ed affida la sua gestione ad un ufficio della Presidenza del Consiglio con pochissime sedi periferiche e perennemente sotto organico, a malapena 70 persone”. ”Per far decollare il servizio civile volontario – affermano Paolicelli e Borrelli – non bastano alcuni spot televisivi, occorre alzare la qualita’ del servizio civile e della formazione dei giovani, ma soprattutto occorre una struttura di gestione nazionale che abbia gli strumenti per operare, ed un radicamento nel territorio dato da un concreto coinvolgimento delle regioni. Insomma, se si crede nel valore del servizio civile occorre investire sia dal punto di vista economico che motivazionale”.


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