Cultura

Servizio civile: Caritas, solo uno su tre ce la fa

Caritas fa il punto sul servizio civile volontario dopo il convegno di Arezzo

di Emanuela Citterio

Centomila domande. Tanti sono i giovani che hanno già fatto richiesta alla Caritas di prestare il nuovo servizio civile nazionale. Solo uno su tre ce la farà. I progetti attualmente in corso consentiranno infatti al massimo a trentamila aspiranti di poter iniziare il percorso fissato dalla nuova legge: un anno di servizio gratuito alla comunità, riservato ai giovani tra i 18 e i 28 anni.

I dati emergono dal convegno Caritas di due giorni che si chiuso sabato ad Arezzo, presso Rondine Cittadella della Pace.
“Caritas Nazionale, già in prima fila durante tutto il periodo dell’obiezione di coscienza, si candida a proseguire la sua linea” sul servizio civile, si legge nel comunicato.
Dal 1° gennaio la leva militare non è più obhbligatoria: tecnicamente sospesa ma in sostanza pensionata per sempre, Di fronte alla svolta il direttore nazionale della Caritas monsignor Vittorio Nozza annuncia anche l’intenzione della chiesa italiana “di riappropriarsi in pieno di questa esperienza”.

“Salta il legame diretto che era dato dal no al servizio militare. Ma deve restare, e fino in fondo, l’aspirazione ideale: e a quella stiamo lavorando”, ha detto don Vittorio Nozza, “gli enti e le varie realtà del mondo cattolico ritrovino una propria capacità di movimento. Devono essere loro a elaborare progetti e a porsi il problema di incrociarli con i ragazzi disposti a regalare un anno della loro vita alla comunità nazionale.

Per la Caritas bisogna “agire in maniera che i giovani siano portati al centro del’esperienza di servizio civile. E in generale della comunità civile, come esempi di un modo diverso di vivere la città”.

Oltre a Caritas hanno partecipato al convegno alcune commissioni della Cei, l’Azione Cattolica, Pax Christi, la Fondazione Migrantes. La Cittadella della Pace, luogo del convegno, è un borgo ricostruito lungo l’Arno vivono e studiano venti giovani provenienti da paesi in guerra. Proprio loro sono stati i protagonisti oggi della seconda giornata, “oltre a centinaia di giovani da tutta Italia, in gran parte provenienti o in partenza proprio per il servizio civile nazionale”.

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