Politica
Servizio civile, cambio al vertice del Dipartimento
Il nuovo capo dipartimento è Michele Sciscioli, che subentra a Marco De Giorgi. Soddisfazione della Cnesc per il prossimo avvio di 71.741 volontari
di Redazione
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (n. 276) l’assegnazione della delega al servizio civile universale (SCU) al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Nello stesso tempo è avvenuto il cambio al vertice del Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, con l’arrivo di Michele Sciscioli che subentra come Capo Dipartimento a Marco De Giorgi. Michele Sciscioli dal Dipartimento Sport passa quindi al Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale (si occuperà anche di obiezione di coscienza). Nato nel 1980, si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano e ha conseguito un Master in International Affairs presso ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. Sciscioli è vicino al numero due della Lega Giancarlo Giorgetti, attuale ministro dell'economia e delle finanze.
«Insieme alle congratulazioni rinnoviamo ad entrambi, il ministro Andrea Abodi e il nuovo capo dipartimento Michele Sciscioli la disponibilità a offrire il nostro contributo all’attuazione e allo sviluppo del Servizio Civile Universale» dichiara la Presidente della CNESC (Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile), Laura Milani. «Siamo certi che l’ascolto reciproco e la valorizzazione delle competenze e delle esperienze degli enti e della Consulta Nazionale del Servizio Civile rappresentino la via maestra per rispondere alle sfide che ci prestiamo ad affrontare».
Milani riporta anche la soddisfazione della CNESC «per la recente pubblicazione del decreto che dispone il finanziamento dei programmi e progetti per un impiego complessivo di 71.741 operatori volontari. Il Dipartimento ha accolto, quindi, le richieste della Consulta di utilizzare i risparmi dovuti ai mancati avvii del bando 2021 per integrare il bando fin da subito. Questo garantisce tempi e numeri certi, il che significa anche poter pianificare con sufficiente anticipo la promozione ed evitare integrazioni e proroghe delle scadenze in itinere».
«Ricordiamo tuttavia – sottolinea la presidente della CNESC – che si tratta di numeri resi possibili dai fondi PNRR e dai mancati avvii del bando 2021, per questo motivo rinnoviamo la richiesta al Governo di investire per il prossimo triennio almeno 500 milioni annui per garantire numeri adeguati, e perché si realizzi realmente quella programmazione prevista dal decreto 40 e che richiede stabilità e un respiro più ampio». Sono «numeri importanti dietro i quali ci sono le vite e le aspettative di decine di migliaia di giovani, che richiamano ora le istituzioni, a investire con responsabilità nella promozione del prossimo bando, e gli enti a continuare a svolgere la loro funzione di promozione capillare di supporto. Crediamo sia importante investire in una comunicazione che renda chiaro ai giovani che l’anno di servizio civile è un’esperienza con finalità e modalità operative specifiche, differenti da lavoro, studio, tirocinio formativo ecc. Un’esperienza unica soprattutto perché invita i giovani a farsi protagonisti di un cambiamento per sé e per le comunità in cui agiscono operando con una logica e una prassi non competitiva, collaborativa, nonviolenta», conclude Milani.
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