Milleproroghe

Servizio civile, bocciato l’emendamento che poteva salvare 20mila posti

No alla proposta di modifica al Milleproroghe avanzato da Italia Viva che chiedeva di confermare i posti di servizio civile finanziati nel 2023. Così facendo sostengono le deputate Maria Elena Boschi e Maria Chiara Gadda «il governo e la maggioranza confermano il loro disinteresse per i giovani e per le attività che coinvolgono Terzo settore ed enti locali» e chiedono un riscontro al ministro Abodi

di Redazione

Se i posti messi a bando per il Servizio civile universale nel 2023 vi paiono pochi, per quello del 2024 si rischia di scendere ancora più in basso a livello numerico. Anche perché: «Con la bocciatura dell’emendamento di Italia Viva che chiedeva di confermare i posti di servizio civile finanziati nel 2023, il governo e la maggioranza confermano il loro disinteresse per i giovani e per le attività che coinvolgono Terzo settore ed enti locali». 

La deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda

A sostenerlo sono le deputate di Italia Viva Maria Elena Boschi e Maria Chiara Gadda, commentando l’esito di un emendamento al Milleproroghe. «Proprio in un momento in cui è necessario motivare i giovani a sentirsi parte attiva della comunità, il governo taglia risorse. L’istituto del servizio civile, infatti, è ben lontano dall’essere un servizio universale visto che la mancanza di risorse stabili ha fatto registrare rispetto al 2022 una diminuzione del 27% dei posti disponibili. Parliamo di circa 20.000 ragazzi». 

Per Boschi e Gadda, del resto «questa carenza non rappresenta solo una contrazione delle opportunità offerte ai giovani ma anche un grave problema organizzativo per gli enti del Terzo settore e i comuni, visto che i volontari del servizio civile ne animano le attività». 

Proprio per ovviare a questa carenza Italia Viva con un proprio emendamento puntava a garantire che il numero dei posti banditi per il 2024 fosse pari almeno a quello del 2023

«Il governo, però, ha detto no. Chiediamo un riscontro al ministro Abodi, anche perché senza risorse stabili sarà impossibile per gli enti mettere in campo i progetti e avere una programmazione almeno triennale», concludono le deputate. 

Nell’immagine in apertura il ministro Andrea Abodi tutte le foto sono di © Luigi Mistrulli/Sintesi

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