Formazione

Servizio civile, bloccati tutti gli invii del 2012

La decisione dopo la sentenza sugli immigrati. L'avvocato Guariso: «Ma una soluzione si può trovare»

di Redazione

Blocco totale degli avvii dei ragazzi in servizio civile (in foto tre giovani volontari dell’Avis). La notizia non è ancora ufficiale, ma da quanto apprende Vita.it l’Ufficio nazionale di Roma avrebbe già deciso lo stop a tutte le prossime partenze incominciando dalla scaglione del primo febbraio.

La decisione è stata presa dopo la sentenza del giudice del Tribunale del lavoro di Milano che nei giorni scorsi ha accolto il ricorso di uno studente pakistano in Italia da 15 anni che chiedeva che fosse dichiarata discriminatoria la norma che non permette agli immigrati senza cittadinanza italiana di svolgere servizio civile.

A quanto si apprende l’Unsc starebbe predisponendo un ricorso d’urgenza, ma non sarebbe in grado di prevedere le tempistiche per lo sblocco della situazione. Per ora però il direttore vicario Paolo Molinari, contattato da Vita.it non conferma, nè smentisce: «Ci stiamo lavorando, il blocco è un’ipotesi che stiamo verificando».

Nel frattempo la Cnesc, il più importante network degli enti nazionale, pur escludendo di affiancare l’ufficio nazionale nel ricorso si dice «molto preoccupata per le conseguenze che l’ordinanza del giudice milanese potrà avere sia sugli enti, sia sui volontari. «Pur condividendo il principio dell’allargamento agli stranieri del servizio civile», spiega il presidente Primo Di Blasio, «non crediamo che la via giudiziaria sia quella più opportuna». Non solo. «Ad oggi non abbiamo alcuna certezza sulla durata del blocco, anche se molti degli oltre 2mila ragazzi che sarebbero dovuti entrare in servizio a inizio febbraio hanno già acquistato i documenti di viaggio e gli enti stessi avevano ormai predisposto gli incontri formativi. E tutto questo naturalmente ha un costo». «A questo punto», conclude Di Blasio, «ci appelliamo al ministro Riccardi».

«La decisione del Tribunale di Milano  impone la sospensione del bando solo al fine  di consentire anche agli stranieri di presentare le domande» spiega al nostro portale l’avvocato Alberto Guariso, uno dei tre legali che ha predisposto il ricorso al tribunale meneghino, «domande che potrebbero essere rapidamente esaminate; nel giro di poco tempo  l’ordinanza – che è immediatamente esecutiva – potrebbe quindi essere
pienamente eseguita senza danneggiare i giovani già prossimi alla
partenza». «Pretendere però», continua Guariso, «di applicare la sola sospensione senza fare  null’altro sarebbe una inutile forzatura polemica». «Tra l’altro se il Governo fosse disponibile a trovare una via d’uscita definitiva senza   prolungare il contenzioso», conclude l’avvocato «credo che tutte le associazioni interessate,  comprese quelle che hanno presentato il ricorso, sarebbero ben liete di  sedersi attorno a un tavolo: le cause sono necessarie per affermare i  principi di uguaglianza e non discriminazione quando questi sono   violati, ma poi spetta alla politica tradurre i principi in  provvedimenti amministrativi coerenti ed efficaci».

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