Famiglia
Servizio civile alla deriva. Obiettori perduti
7mila pratiche smarrite dagli uffici, congedi tecnici, rinunce per motivi economici (al nord): così muore lalternativa alla leva. Ma 6mila enti li chiedono
Si avvicina la data dell?abolizione della leva, anticipata al 2004, ma il destino dell?obiezione di coscienza sembra già alla fine. Malgrado cresca il numero degli enti che ne fanno richiesta, diminuisce infatti quello degli obiettori.
Lo segnala il Rapporto 2002 della Cnesc, la Conferenza nazionale enti servizio civile che ha elaborato le statistiche dell?Ufficio nazionale per il servizio civile. Nello scorso anno sono stati avviati al servizio 60.141 obiettori, una netto calo rispetto ai 78.841 del 2001. Per la Cnesc la spiegazione di ciò è nella notevole crescita del numero di esoneri concessi, ben 18mila rispetto ai 7mila dell?anno precedente.
Nei primi tre anni di vita della nuova legge sul servizio civile, la dispensa è stata concessa a 79.803 ragazzi: in 53.067 casi è stata una scelta di ufficio, mentre in altri 26.726 è stata una richiesta degli stessi ragazzi per motivi economici, familiari o professionali. Nel conto pesano però anche 7.169 pratiche ?smarrite? per inefficienza dei distretti militari o del ministero, e per le quali sono scaduti i termini. Aumentato invece il numero degli enti convenzionati (2mila in più solo l?anno scorso) che sono oggi 6.061, quasi il doppio rispetto ai 3.846 del 97. Chi risponderà a questa domanda, se viene meno la risorsa obiettori?
Sul servizio civile volontario intanto già si vanno delineando nuovi problemi. Ad esempio, analizzando le risposte al primo bando, per 1.095 posti, si capisce che nelle zone del Paese con maggior sviluppo economico i giovani vengono attratti da altre prospettive. Al Nord, su 590 posti disponibili sono state presentate solo 161 domande di cui 113 accettate, ovvero è stato coperto il 23% della disponibilità. Al Centro la percentuale sale al 63%, ma la vera sorpresa sono il Sud e le isole dove per 262 posti sono state presentate 782 domande con l?assegnazione dell?85% dei posti. I dati potrebbero spiegarsi con il fatto che nel Meridione la disoccupazione rende attraenti quei 350 euro di rimborso mensile messi a disposizione dei volontari, mentre al Nord si preferisce lavorare.
Una situazione che senza correttivi rischia di snaturare il significato stesso del servizio civile. «C?è bisogno del sostegno convinto delle istituzioni perché questi ultimi anni siano l?eredità migliore da lasciare al servizio volontario», è il richiamo di Cristina Nespoli, presidente Cnesc. «Inoltre, la Difesa deve risolvere le sue ambiguità verso il servizio civile volontario che ritiene concorrente al servizio militare volontario».
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