Non profit

Servizio civile, 146 giovani agli sportelli delle Prefetture per le pratiche dei migranti

Nel nuovo bando straordinario che scade il 31 luglio ci sono per la prima volta 4 progetti autofinanziati dal Viminale dedicati alla risoluzione dei problemi delle persone immigrate alle prese con il famigerato Regolamento di Dublino, la richiesta d'asilo e l'orizzonte della cittadinanza dopo avere ottenuto lo status di rifugiato. Li spiega a Vita.it Mario Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione

di Daniele Biella

Il servizio civile è un punto di forza unico nella formazione di ragazze e ragazzi, e mettersi in gioco in un settore sociale delicato come l’immigrazione è un valore aggiunto: per questo abbiamo fatto partire nuovi progetti per affiancare i giovani al personale di sportello delle Prefetture, con lo scopo di aiutare i migranti a capire meglio le possibilità legislative a cui possono andare incontro su vari livelli, dalla richiesta di asilo alla cittadinanza una volta diventati rifugiati”. A spiegare a Vita.it la novità assoluta contenuta nelle pieghe del bando straordinario per 985 posti uscito pochi giorni fa (scadenza il 31 luglio), ovvero i 146 posti autofinanziati dal ministero dell’Interno, è proprio Mario Morcone, prefetto e capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’ente sotto il cui cappello andranno a operare i giovani in servizio.

“Si tratta di una prima tranche di ragazzi, presto ne seguirà un secondo gruppo che farà arrivare a 300 il numero delle persone richieste”, anticipa Morcone. Per i primi 146, quattro i progetti in cui saranno impiegati, ognuno con un tema specifico (qui il link da dove accedere ai singoli progetti): Immigrazione: il valore dell'accoglienza e dell'integrazione. L'acquisto della cittadinanza italianaL'accordo di integrazione: un impegno reciprocoAccoglienza e integrazione degli stranieri: il conferimento della cittadinanza italianaImmigrazione e asilo: verso il superamento del cd. Muro di Dublino. Quest’ultimo, in particolare, richiama un tema d’attualità molto caldo perché riguarda il Regolamento Dublino III, discusso sia a livello italiano che europeo perché viene visto come un impedimento alla libera circolazione dei profughi, in particolare siriani ed eritrei, che vogliono lasciare l’Italia una volta sbarcati ma a causa di tale regolamento non possono farlo dato che devono presentare domanda d’asilo nel paese d’approdo.

Quello di Dublino è un accordo superato dalla Storia, che però in sede europea trova resistenze di alcuni paesi che non permettono di cambiarlo”, precisa a chiare lettere Morcone. Nel frattempo, “i giovani in servizio civile, dopo un’attenta formazione, lavoreranno nell’Ufficio Dublino del Viminale e si adopereranno per spiegare ai migranti le situazioni in cui non è possibile superare tale ‘muro’ ma soprattutto cercheranno di trovare quelle pratiche in cui ciò sarà invece possibile, alla luce delle parti del testo attuale che lo prevedono”.

Nei progetti di servizio civile legati all’immigrazione ha un ruolo centrale anche il Dipartimento della gioventù, soprattutto nella co-organizzazione dei progetti e nel reclutamento dei giovani, a cui è ovviamente chiesto un interesse nel campo della mediazione culturale. “L’idea alla base di questi progetti è quella di trattare i fenomeni migratori con un approccio civile e di gestione sociale, superando invece quello legato all’ordine pubblico e alla sicurezza”, conclude Morcone.

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