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Servizi sociali, ecco il piano del benessere
Il documento mira a proteggere famiglie e minori con un pacchetto di interventi per oltre 3mila miliardi
Presentato la scorsa settimana dal ministro Livia Turco, il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001/2003 è lo strumento di attuazione della legge quadro sull?assistenza (L. 328/2000). Attraverso l?indicazione di cinque obiettivi d?intervento (famiglia, minori, povertà, handicap e altre priorità di rilevanza sociale) e un finanziamento di 3500 miliardi, il Piano «rappresenta uno strumento di armonizzazione e indirizzo delle politiche sociali nel nostro Paese», come ha commentato Maria Guidotti, presidente di Auser, l?associazione per l?autogestione dei servizi e la solidarietà. «Individua le fasce più bisognose di tutela anche dal punto di vista della prevenzione e consente il raccordo con altri settori d?intervento sociale, come la sanità e la cultura» prosegue Guidotti «Inoltre stabilisce un riparto delle risorse ancorato alle leggi di settore, responsabilizzando le Regioni che sono tenute, entro i prossimi centoventi giorni, a realizzare il Piano sociale regionale, all?interno delle politiche d?indirizzo generali. Ad esempio, nel campo del sostegno agli anziani il Piano nazionale individua una serie di priorità, tra cui la non autosufficienza, che non potranno più essere ignorate. Lo stanziamento concesso potrà essere combinato con le linee di finanziamento europee e quelle degli Enti locali, e questo consentirà un raggio d?azione più ampio e flessibile». Ma vediamo, nello specifico, gli obiettivi di questo primo Piano sociale nazionale.
Valorizzare la famiglia
Rendere effettivo il diritto di essere padri e madri in una società che condiziona sempre più le scelte di coppia e la realizzazione di una vita familiare serena: le linee guida del ministero degli Affari Sociali impongono la realizzazione di servizi di cura ed educazione di qualità e a prezzo contenuto; agevolazioni e misure di sostegno economico a favore delle famiglie con figli; interventi per la partecipazione al mercato del lavoro.
Rafforzare i diritti dei minori
Tra le priorità ci sono l?attivazione di forme di partecipazione degli adolescenti alla vita della loro comunità, la creazione di spazi per la socializzazione e il tempo libero, la realizzazione di un Osservatorio generale sullo stato dei servizi rivolti ai minori in ogni regione. Viene proposto il rafforzamento dell?affidamento familiare. Lo strumento strategico per la costruzione e il consolidamento delle politiche di settore è individuato nel Piano territoriale di intervento per l?infanzia e l?adolescenza (L. 285/1997, art.2).
Contrasto della povertà
A fronte del numero di famiglie in stato di povertà relativa (2 milioni e 600mila), e di povertà assoluta, cioè nell?impossibilità di soddisfare i bisogni essenziali (1 milione 38 mila), il Piano propone interventi a sostegno del lavoro, dello sviluppo locale e delle politiche formative. In particolare, si sollecita a uniformare il sostegno al reddito di chi è povero e la creazione di progetti personalizzati e mirati al raggiungimento dell?autonomia.
Sostegno ai disabili
La priorità è quella di rimuovere gli ostacoli che aggravano la condizione di disabilità, sostenere le famiglie e monitorare, attraverso una commissione permanente presso la Conferenza Stato-Regioni gli interventi nei settori assistenziali, educativi, riabilitativi e scolastici. Con riferimento alla disabilità grave e gravissima viene sostenuto lo sviluppo di servizi di assistenza a domicilio (misura estesa anche alle persone anziane non autosufficienti) attraverso una riserva di risorse nel Fondo nazionale delle politiche sociali.
Priorità di rilevanza sociale
A completamento del quadro d?interventi, vengono indicati settori cui rivolgere particolare attenzione, come l?inclusione della popolazione immigrata, la prevenzione delle dipendenze e l?impegno nei confronti dell?adolescenza. Sul piano operativo, ciò significa promuovere campagne e azioni di prevenzione contro l?uso di stupefacenti; tutelare i diritti e risolvere i problemi abitativi e di accesso ai servizi degli immigrati.
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