Cultura
Serra, troppo comodo
Società. La raccolta delle rubriche quotidiane su Repubblica
di Andrea Leone
Michele Serra, il noto giornalista fondatore della rivista satirica Cuore, ci propone in questo libro una raccolta di articoli apparsi nel corso degli ultimi sette anni su la Repubblica. La sua rubrica, «L?amaca», ha schiere di affezionati lettori, che sembra non potrebbero farne a meno. Sono articoli brevissimi, scritti tutti i giorni sulla spinta di eventi grandi e piccoli del costume, della società, della politica.
Serra attraversa l?eterno teatrino italiano, ora comico ora drammatico, ora assurdo ora semplicemente grottesco: il calcio, gli uomini politici, la televisione. Ci sono politici fissati in una loro idea del mondo, come l?onorevole Ronchi, il quale ripete sempre e soltanto che «l?Italia è un paese diviso», come un autista, o come E.T. che vuole telefonare a casa.
Ci sono presentatori televisivi sottovalutati, come Jerry Scotti. Serra depreca il livello delle sue trasmissioni, ma è convinto che Scotti potrebbe dare molto di più, essendo dotato di vero talento… Si augura di vederlo in una trasmissione in cui possa finalmente dare il meglio di sé. E così via, tutti i santi giorni.
C?erano una volta i maestri. Ora, da qualche decennio, sembra che la razza si sia completamente estinta, polverizzandosi in una miriade di surrogati, di imitatori, di allievi falliti: gli opinionisti. Gli opinionisti sono quelli che – parafrasando George Bernard Shaw – sanno sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di niente. Una chiacchiera che nasce e muore su cose che nascono e muoiono: nessuna durata, nessun pensiero, nessuna reale visione delle cose, nessuna idea oltre il particolare, solo un agonizzante, incosciente arabesco.
Serra crede di essere una voce fuori dal coro, uno sguardo lucido e critico, ma del coro fa pienamente parte e il suo sguardo è velato. E il suo sguardo cosiddetto critico è in realtà completamente pacificato con il mondo che finge di biasimare.
La cartina di tornasole, la prova matematica delle mie affermazioni è come sempre lo stile. Il tono è infatti blando, spento, affettuoso, confidenziale, compiaciuto anche quando affronta zone d?ombra terrificanti; dal punto di vista letterario il libro appartiene alla categoria dei libri ?ben scritti?, che tradotto in un altro linguaggio significa che è un libro che si regge sull?autocompiacimento. Brevi articoli, si è detto, francobolli mentali, piccole schede che recensiscono il nulla. Ma che forse neppure gli sfuggono.
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