Welfare

Serbia: shock per prove su crimini di guerra

Le immagini, pubblicate dal quotidiano di Belgrado Vecernje novosti, testimoniano l'orrore del massacro di soldati serbi in Kosovo

di Paolo Manzo

Nuove prove sui crimini commessi contro i serbi. A riprodurle è stato il governo di Belgrado, che ha ceduto alle continue pressioni dell’Alto tribunale per i crimini di guerra. Le immagini, pubblicate dal quotidiano di Belgrado ‘Vecernje novosti’, testimoniano l’orrore del massacro di soldati serbi in Kosovo. Una delle foto ritrae un ribelle albanese che tiene in mano le teste decapitate di due serbi. Le nuove prove sono arrivate un giorno prima che il procuratore del Tribunale internazionale per i crimini di guerra Carla del Ponte testimoniasse al Concilio permanente di Vienna accusando le autorità serbe di non cooperazione e di ostruire il lavoro del tribunale stesso. Il primo ministro Zoran Zivkovic sta valutando la possibilità di contestare il tribunale per quella che definisce un atteggiamento troppo a lungo persecutorio nei confronti dei serbi. Secondo il premier sarebbero invece ignorati i crimini commessi da memrbi di altre nazionalità negli ultimi dieci anni nelle guerre dei Balcani. ”L’Alto tribunale per i crimini di guerra ci ha sempre detto che non c’erano prove dei crimini commessi in Kosovo dagli albanesi – dichiara Zivkovic – Non c’erano nemmeno sospetti che in quattro anni e mezzo 1.300 persone sono state uccise, un migliaio sono scomparse, diecimila case sono state date alle fiamme e centinaia di luoghi di culto sono stati distrutti. Ora abbiamo un documento e servirebbe solo un piccolo sforzo perché le persone nelle foto possano essere identificate e punite”. Il quotidiano ‘Vecernje novosti’ ne è certo: l’uomo ritratto in una delle foto con in mano le teste decapitate di due soldati serbi è Sadik Cuflaj, un membro dell’esercito per la Liberazione del Kosovo (UCK). Cuflaj avrebbe fiancheggiato, con il figlio Valon membro del Corpo di protezione del Kosovo, una formazione poliziesca che avrebbe assorbito alcuni membri dell’UCK dopo che il Kosovo entrò sotto il controllo delle Nazioni Unite nel giugno del 1999. Le altre immagini pubblicate ritraggono l’uomo riporre le teste in due sacchi, probabilmente insieme ad ‘altri souvenirs’, come riporta il quotidiano. Una delle vittime è stata invece identificata come Bojan Cvetkovic, nato nel 1972 nella città serba di Nis. Sempre secondo il quotidiano di Belgrado, la fazione dell’UCK in cui operava Culfaj era sotto il comando di Ramus Haradinaj e di suo fratello Daut. Ramus è attualmente a capo di un partito politico, l’Alleanza per il Kosovo, che collabora con il governo provvisorio con il sostengo dell’Onu. La Serbia, dal canto suo, ha messo Haradinaj e almeno altri due leader dell’UCK, Hasim Taci e Agim Ceku, nella lista dell’Interpol delle persone ricercate per crimini di guerra. Taci è stato recentemente arrestato in Ungaria e Ceku in Slovenia, ma entrambi sono stati rilasciati dopo l’intervento dell’amministrazione delle Nazioni Unite in Kosovo.


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