Welfare
SENZATETTO. Un censimento c’era già
L'annno scorso Caritas, Istat e la Federazione dei senza fissa dimora avevano firmato un accordo con il minisero dle welfare
Dopo il censimento dei rom, ecco quello dei senzatetto. L’ha proposto, ancora una volta, la Lega Nord, con un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza. Prevede l’istituzione di un registro, ma sarà compito del ministero dell’interno fissare le regole del suo funzionamento. Ad oggi non esiste niente del genere e sapere quanti sono i clochard in Italia, o anche soltanto in una grande città è praticamente impossibile.
Sulla strada
Ma cosa ne pensa di questo provvedimento chi con i clochard lavora tutto il giorno? Maurizio Rotaris è il responsabile di Sos Stazione Centrale di Milano, un centro che da oltre 19 anni si occupa di aiutare e ospitare chi non ha una casa. Non è contrario ad un censimento, purché sia motivato da finalità sociali. «Non apprezzo la proposta, ma riconoscere che questa gente esiste è già un passo avanti». Le associazioni milanesi hanno già i loro archivi. «Quando diamo le tessere per i nostri servizi noi segniamo sempre i dati. C’era anche un progetto dell’assessore Sirchia per un database unico, ma poi non è mai stato realizzato».
La domanda che Rotaris si pone è se l’unico intento del governo sia di tipo investigativo. «Ci piacerebbe che un’anagrafe dei clochard servisse per aiutarli a reinserirsi nella società, a riavvicinarli alle famiglie, a ridare i diritti di cittadinanza che spettano loro. Noi e altri centri di aiuto abbiamo già dato la residenza a molti, soprattutto agli italiani,. È un primo passo per il reintegro. Ma se pensano di mandare la polizia per schedare gli irregolari, quello è un ottimo modo per non farli più tornare e perdere ogni contatto con loro. E non credo che convenga a nessuno».
Quali finalità?
Anche dalla Caritas si alzano voci critiche: «C’era già un progetto del genere» afferma Paolo Brivio, direttore del giornale di strada Scarp de’ tennis, sostenuto dall’organizzazione cattolica. «L’anno scorso il ministero del Welfare ha firmato un accordo con Caritas, Istat e la Federazione dei senza fissa dimora per un censimento di questo tipo. La finalità era di mettere in rete i vari gruppi per aiutarli nel loro lavoro con i clochard. Non si capisce la compatibilità di questa nuova iniziativa con ciò che già esisteva. Inoltre» conclude Brivio «l’emendamento rientra in un ddl sulla sicurezza. È legittimo avere il dubbio che sia nato per motivi di ordine pubblico. Bisogna capire che i senza tetto sono le vittime della mancanza di sicurezza sociale, e non la causa».
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