Welfare

Senzatetto in affitto per fare la fila al ristorante

A New Orleans, gli aspiranti clienti del ristorante più rinomato e costoso della città, pagano i senzatetto per mettersi in coda al loro posto e aspettare per ore davanti alle vetrine, nella speranza di un tavolo

di Ottavia Spaggiari

Pagati per rimanere in fila davanti a uno dei ristoranti più chic della città. E’ quanto accade ad un gruppo di senza tetto di New Orleans, trasformati da, danarosi clienti senza tempo né voglia, in alter-ego provvisori per tenere il posto nella lunghissima fila davanti a Galatoire’s, ristorante pluricelebrato nella città americana, una sorta di rocca inespugnabile, se non dopo diverse ore di attesta.

“A vedere il centinaio di persone senzatetto in fila, si direbbe che il ristorante sia una mensa per i poveri, in realtà è l’esatto opposto.” Ha riportato il magazine americano, Daily Beast dando la notizia e sottolineando il cinismo di questa tendenza. Anche se potrebbe sembrare una fonte di reddito interessante per chi non ha un lavoro e vive per strada, infatti, in realtà questi pazientissimi homeless, devono spesso aspettare ore e ore in attesa, in qualsiasi condizione meteo, costretti a prendere il posto addirittura nel cuore della notte, per assicurare al proprio “cliente” l’ingresso al ristorante per l’ora di pranzo.

“Conosco persone che sono state in fila 18 ore, è pazzesco” Ha dichiarato al Daily Beast, Nancy Mellon, una cittadina di New Orleans. “Per cosa? Un concerto dei Rolling Stones? No per un tabolo da Galatoire”.

Prezzi salati e cucina rinomatissima, per questo ristorante, entrato a far parte della storia della letteratura americana, citato da Mark Twain ed inserito in “Un tram che si chiama desiderio”, di Tennessee Williams e prenotazioni accettate solo in un numero limitatissimo. Ma, come nota, il Daily Beast, in realtà, la prenotazione è roba da turisti, ciò che rappresenta davvero un status symbol, per la città “bene” è poter mangiare da Galatoire, senza dover prenotare e diventare clienti così affezionati da riuscire a farsi chiamare per nome dai camerieri.

E la notizia che davanti al ristorante, se si ha molta pazienza, si può fare qualche soldo solamente stando in fila, è corsa velocemente. Secondo Biagio DiGiovanni, cittadino di New Orleans e responsabile di un centro di accoglienza per senzatetto, sempre più homeless bazzicano in zona, finendo spesso per litigarsi la postazione migliore. E non sono gli unici. Diversi studenti universitari, per arrotondare, hanno iniziato a fare lo stesso.

Il trend, in realtà, sta prendendo piede anche in Italia, non per i ristoranti, ma per gli uffici amministrativi, diventare “codista” è oggi un vero e proprio lavoro, per inoccupati pazienti e disposti a guadagnare facendo la fila al posto di altri. Un mestiere ormai riconosciuto nel nostro Paese, e quasi legittimato anche a New Orleans.

Lo stesso DiGiovanni, riconosce che in realtà i senzatetto vengono sfruttati dai concittadini più ricchi, ma ammette che, se non altro, in questo modo riescono a guadagnare qualcosa. “Rappresenta la possibilità di prendere un po’ di soldi, semplicemente rimanendo in fila.” Ha spiegato di Giovanni, sottolineando che, anche se non è il massimo, “Alla fine è un’attività che dà qualcosa da fare a queste persone”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.