Non profit

SENZA TETTO. Riscattare una casa per riscattare una vita

Al via il progetto d'inserimento abitativo della Fondazione Casa dell'ospitalità di Venezia

di Redazione

Si chiama Una casa a riscatto ma ad essere riscattata, a ben vedere, è la vita stessa, la vita tutta, con la sua quota di relazioni, di indipendenza economica, di dignità lavorativa e, naturalmente, abitativa.
È stato presentato a Mestre, mercoiledì 18 febbraio, alla presenza del sindaco di Venezia Massimo Cacciari e dell’assessore alle Politiche sociali della Provincia Rita Zanutel, il progetto promosso dalla Fondazione di Casa dell’ospitalità per restituire un tetto e una vita indipendente a persone che per storie e vicende personali li hanno persi.
L’iniziativa, realizzata con il sostegno della Fondazione di Venezia, consiste nell’assegnazione a cinque persone senza fissa dimora di un appartamento nel quale condividere, grazie all’aiuto di un volontario che accompagnerà il gruppo nel progetto, un’esperienza di gestione autonoma della casa e la ricerca di un lavoro stabile.

Come funziona
La Fondazione Casa dell’ospitalità, che ospita nelle proprie strutture di prima accoglienza 130 senza tetto (il 27% circa di quelli che si trovano all’interno del  Comune di Venezia), ha individuato tra i suoi ospiti cinque “candidati” a partecipare al progetto: si tratta di persone avviate da tempo in un solido percorso di autonomia e di esperienza comunitaria.
Gli inquilini sottoscrivono una sorta di contratto per l’assegnazione di un appartamento, con il quale si impegnano ad occuparsi delle attività quotidiane (fare la spesa, pagare le bollette, curare le relazioni condominiali, ecc.) legate alla cura della nuova casa. Non solo: al termine dei due anni previsti dal patto, il gruppo si impegna collettivamente al riscatto dell’abitazione. Significa che allo scadere del percorso di accompagnamento, dovranno aver raggiunto la piena autonomia, sia in termini di relazioni sociali che a livello economico, con l’ottenimento di un lavoro stabile, in modo da poter diventare titolari del Contratto di locazione.
Gli inquilini saranno sostenuti nella ricerca di un’occupazione tramite un contributo mensile di 250 euro per la gestione dell’affitto e di 600 euro per il mantenimento delle spese di gestione. Saranno inoltre costantemente seguiti dai volontari della Fondazione Casa dell’ospitalità nel percorso verso l’autonomia, attraverso verifiche trimestrali volte a individuare problemi ed eventuali criticità.

Un progetto pionere
«L’aspetto più significativo di Una casa a riscatto», dice Giovanni Benzoni, presidente della Fondazione Casa dell’ospitalità, «è che il progetto non è soltanto un modo per ridare un tetto e una vita indipendente a cinque persone, ma rappresenta anche un obiettivo raggiungibile per chi oggi è ospite delle strutture di prima accoglienza gestite dalla nostra Fondazione e, più in generale, di chi si è trovato in difficoltà e oggi si trova senza una casa e un lavoro». Gli fa eco Gianpaolo Fortunati, vicepresidente della Fondazione di Venezia, che dal 92 sostiene e promuove progetti di sviluppo della società civile e del tessuto umano della città: «Abbiamo deciso di sostenere Una casa a riscatto perché si tratta di un’iniziativa innovativa, che parte dal principio secondo il quale persone in difficoltà, se ben supportate, possono formare un gruppo in cui ciascuno può trovare la forza per tornare ad affrontare le responsabilità e le difficoltà quotidiane, come gestire un appartamento e riprendere a lavorare».

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