Non profit
Senza riforma Onu la pace è più lontana
Una lettera di Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes, sulla nuova organizzazione delle Nazioni Unite.
Le guerre iniziano e non finiscono mai, diceva Celine in Viaggio al termine della notte, e la notte dell?Iraq sembra estremamente fonda. (…) A questo punto, va detto con chiarezza, senza una riforma profonda del sistema Onu e in particolare del Consiglio di sicurezza, anche la presenza delle Nazioni Unite servirebbe solo a rendere maggiormente subalterno alla logica bellica il sistema multilaterale, e forse a tacitare qualche coscienza politica di pacifisti dell?ultima ora, immemori delle vere cause della rinata violenza in Kosovo o del fatto che da anni esistono in giro per il mondo missioni Onu senza apprezzabili risultati in quanto a soluzione di conflitti o stabilizzazione di aree a rischio.
Ecco che allora la nostra organizzazione e il movimento pacifista devono porre al centro della sua azione non solo il no alla guerra ma anche la contemporanea ricerca di nuove forme per delegittimarla definitivamente, nuovi assetti mondiali all?interno dei quali siano i popoli e non solo gli Stati a potersi esprimere all?interno di una costruzione onusiana che li rappresenti. In mancanza di questo vero obiettivo strategico del movimento per la pace, qualunque chiamata in causa dell?Onu serve soltanto a coprire una drammatica assenza di prospettiva politica.
Raffaele K. Salinari, Terre des hommes International
Carissimo Salinari, grazie per questa lettera che ho davvero apprezzato. Anche perché sarebbe ora che il movimento per la pace assumesse il tema della riforma Onu come propria bandiera. I temi della possibile riforma mi sembrano tre. 1) Occorrono delle campagne nazionali per spingere i governi a credere nell?Onu. Con gli 800 miliardi di spese militari del 2003 si potrebbe sostenere per 65 anni l?intero sistema Onu. Si pensi che le missioni di peacekeeping oggi (poche, in tutto 14, e generalmente malandate e inefficaci con l?impiego di 40mila uomini), vantano con gli Stati membri un arretrato in contributi di 2,1 miliardi di dollari. 2) Una prima riforma dell?Onu deve sicuramente passare da un superamento dell?attuale assetto del Consiglio di sicurezza, dando maggior peso alle Unioni continentali. 3) Sarebbe auspicabile infine immaginare una seconda camera al sistema delle Nazioni Unite, dove siano rappresentate le organizzazioni della società civile, dalle ong alle Chiese, dai sindacati alle rappresentanze dei movimenti.
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