Sostenibilità

Senza la “rossa” le non catalizzate inquinano di pi

La scomparsa della benzina rossa causerà nel 2002 un maggior inquinamento nelle città e più costi per gli automobilisti

di Paolo Manzo

La scomparsa della benzina rossa causerà nel 2002 un maggior inquinamento nelle città e maggiori costi per gli automobilisti. La profezia è del presidente del Cesaer, Aldo Ferrara, che punta il dito contro la scomparsa della benzina con piombo. Dal 1^ gennaio 2002, infatti, 15 milioni di autovetture non catalizzate circolano con la benzina verde. “Ci troviamo di fronte a due vere emergenze: una ambientale e una finanziaria?, spiega Ferrara, ?l’emergenza ambientale si configura nel fatto che 15 milioni di vetture non catalizzate trasformeranno il benzene contenuto nella benzina verde in un aerosol micidiale”. La ricerca del Cesar dimostra che le emissioni di benzene previste per il 2002 (26,5 mila tonnellate di benzene) supereranno quelle degli anni precedenti, ossia le 24 mila del 1997 e le 23mila del 1999, con un aumento del +8,3% e +13% rispettivamente. “A dispetto di tutte le buone intenzioni e dei limiti fissati dal protocollo di Kyoto sulle emissioni gassose?, continua Ferrara, ?nell’atmosfera delle nostre città saranno immesse circa 3,5 mila tonnellate di benzene in più all’anno. Se anche nelle vetture catalizzate è assicurata la dispersione di questo inquinante, è possibile ipotizzare che nelle vetture non catalizzate esso passerà direttamente nell’atmosfera in fase aerosolica”. Ciò comporta gravi rischi per la salute essendo il benzene ed i suoi derivati (benzoantracene, benzopirano, benzopirene) co-cancerogeni per la loro proprietà di generare leucodisplasie fino alla leucemia mieloide. Rispetto, infatti, al piombo tetraetile, contenuto nella benzina rossa, il pool benzenico (benzene e i suoi derivati) è considerato ancora più nocivo. Ma la scomparsa dal mercato della benzina addizionata di piombo comporterà, secondo la ricerca del Cesaer, anche ulteriori costi all’automobilista che già versa allo Stato sotto forma di balzelli e tasse sulla circolazione 134.700 miliardi per una cifra che rappresenta il 22% delle entrate tributarie ed il 6% del PIL. I costi addizionali si configurano nel modo seguente: 1) dei 15 milioni di vetture non catalizzate, il 50% (7,5 milioni) userà la verde ed inquinerà nella misura del 13% in più ma costerà agli automobilisti, in termini di additivi immessi nel motore, una cifra pari a circa 2800 miliardi; 2) un 18% di vetture necessiterà di revisione (rettifica dell’anticipo ecc.) con un costo medio pari ad 100 mila lire per vettura (costo complessivo circa 270 miliardi); 3) un 10% sarà inutilizzabile ed incentiverà l’acquisto di altre vetture o l’utilizzo dei mezzi pubblici; 4) un 12% di automobilisti cambierà l’auto con una spesa media di 10 milioni per veicolo (inclusa la rottamazione) e con spesa totale, a carico del consumatore di circa 18 mila mld; 5) il restante 10% convertirà l’auto a metano o gas con una spesa media di due milioni per vettura di cui solo 800 mila lire di incentivazione a carico dello Stato e 1,2 milione a carico del consumatore; spesa complessiva (1200 mld a carico dello Stato e 1800 mld a carico dei consumatori. Dunque ci troviamo di fronte ad una spesa pari a 22.870 miliardi a carico diretto dei consumatori e solo 1200 mld a carico dello Stato e quindi indiretto del contribuente.


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