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Senza fini di lucro in Piazza Affari

Una fondazione onlus è il secondo azionista di una società informatica di Ivrea quotata in Borsa. Gli utili finiscono in beneficenza. Ma...

di Christian Benna

Approdare a Piazza Affari ?senza fine di lucro?. Un paradosso che si può toccare
con mano nel piccolo mondo dell?Expandi, il segmento della Borsa italiana dedicato alle pmi in cerca di risorse per crescere e svilupparsi. A inaugurare il nuovo (e per ora immaginario) filone del listino ?etica & business? è Rgi di Ivrea, società leader in Italia nella progettazione, realizzazione e installazione di prodotti informatici per il mercato assicurativo e bancario e che vanta un fatturato da 15 milioni di euro e 200 dipendenti. Nel 2004, poco prima di mettere in moto le procedure per la quotazione, l?azionista di maggioranza Paolo Benini, nonché attuale vicepresidente, dà vita a ?7 novembre?, una fondazione onlus con sede giuridica a Genova a cui conferisce in patrimonio il 17,7% dell?azienda. Un contributo sostanzioso di 400mila azioni pari a 3,3 milioni di euro per sostenere iniziative a carattere sociale. ?7 novembre? diventa così il secondo azionista della società. Al primo posto – con il 22,9% – c?è una holding (Syrius) che fa sempre riferimento all?imprenditore eporediese. Una partecipazione anomala, quella offerta alla neonata fondazione onlus, che ha subito messo sul chi va là le autorità di Borsa. «In effetti » , racconta Benini, « la Consob è stata particolarmente rigida con noi e ha passato al setaccio tutte le operazioni per verificare eventuali irregolarità. Poi ha dovuto prendere atto che l?iter di quotazione era perfettamente legale».

Resta il nodo di una onlus che ha in pancia quasi un quinto di una società quotata e ne condiziona i patti di sindacato. Perché chi comanda in ?7 novembre? è sempre Paolo Benini, che mantiene sul 17,7% di azioni il diritto di voto nell?assemblea di Rgi. E lo stesso comitato della fondazione, preposto ad orientare le erogazioni (139mila euro quest?anno), non può dirsi totalmente indipendente. È infatti composto dallo stesso Paolo Benini, da suo fratello Luciano (in rappresentanza del volontariato di Fano),Daniela Brindicci (vice prefetto di Genova), Marzia Canetta (rappresentante dipendenti Rgi). «Ma quel denaro non mi appartiene più», tiene a precisare l?imprenditore, «il patrimonio è destinato a iniziative su tutto il territorio nazionale». Ma allora perché creare una onlus legata a doppio filo alla società? Si tratta di una mossa difensiva per evitare ipotetiche scalate o mettersi al riparo dalle tenaglie del fisco? «Niente di tutto questo», afferma Benini. «La Fondazione 7 novembre ha una particolarità che invece spero sia seguita da altre aziende: si alimenta con i dividendi di Rgi, partecipa all?utile che distribuisce però a fin di bene». E aggiunge: «La comunità ci ha dato molto. Ora è venuto il momento di ricambiare. L?idea di fondo è proprio questa. Perciò contribuiamo a dare una mano ad associazioni nel canavese, nelle Marche e Genova. Ed è in via di approvazione finanziamento di un progetto a favore di una comunità di recupero a Verona». Tra gli enti già sostenuti: Fondazione Sorriso Francescano, Casa Famiglia per minori Emmaus a Genova Cornigliano, parrocchia San Cristoforo di Fano, Casa Insieme a Rosciano, Casa di reclusione di Fossombrone, Cattedra dei non credenti a Fano.

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