Formazione
Senza dimora fuorilegge
Un emendamento della Lega stabilisce l'obbligo di dimora per i senza tetto. La società civile si mobilità. Oggi a Milano alle 12 presidio in piazza della Scala
L’aula del Senato ieri ha approvato il disegno di legge sulla sicurezza, che
all’articolo 44 istituisce, presso il ministero dell’Interno, il Registro nazionale dei clochard. La votazione è avvenuta per alzata di mano. Il senatore del Pd, Felice Casson, bolla la norma come “persecutoria” nei confronti “di persone che non fanno del male a nessuno”.
L’articolo recita: “È istituito presso il ministero dell’Interno un apposito registro delle persone che non hanno fissa dimora. Con decreto del ministro dell’Interno, da adottare nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità difunzionamento del registro attraverso l’utilizzo del sistema Ina-Saia”.
Oltre al registro dei clochard, l’aula di Palazzo Madama ha approvato anche un emendamento della Lega che stabilisce l’obbligo di dimora per i senza tetto. In base alla nuova norma, quindi, i clochard che non avranno un domicilio non saranno in regola. A procedere ai controlli per conto degli uffici anagrafe dei Comuni saranno gli ufficiali giudiziari.
L’emendamento sostituisce il comma 3 dell’articolo 2 della legge del 24 dicembre 1954 che prevede che “la persona che non ha fissa dimora si considera residente nei comuni ove ha il domicilio, e in mancanza di questo, nel comune di nascita”.
Il nuovo testo sarà il seguente: “La persona che non ha fissa dimora si considera residente nel Comune ove ha il domicilio. Il richiedente l’iscrizione anagrafica senza fissa dimora è tenuto a fornire all’ufficio anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli opportuni accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio”.
LA MOBILITAZIONE DELLA SOCIETà CIVILE
Di fronte all’ennesima vittima (una romena di 22 anni morta a causa del freddo e degli stenti; sono nove i morti per freddo e stenti solo nella città di Milano nelle ultime settimane), si la società civile si mobilita e lancia un appello contro l’indifferenza: “Basta con il crimine dell’indifferenza” (si può aderire scrivendo a noindifferenza@dirittiglobali.it). Secondo i promotori – da cui è nato anche il gruppo “No Indifferenza” su Facebook – «Occorre mobilitarsi per dire che queste morti erano evitabili, così come lo sono le prossime. Occorre mobilitarsi per costruire risposte vere, immediate e concrete ai bisogni dei più deboli». Il primo appuntamento è per oggi venerdì dalle 12, in Piazza della Scala davanti al Comune di Milano, dove si svolgerà un momento di presidio e una conferenza stampa, nel corso della quale saranno rese pubbliche tutte le adesioni pervenute e saranno illustrate le proposte concrete contro la criminalizzazione dei senza fissa dimora (che secondo una recente ricerca sono circa 5mila, nella sola metropoli lombarda: la gran parte dorme in aree dismesse e baraccopoli, circa mille trovano ospitalità nei dormitori e nei centri di accoglienza, mentre circa 400 persone vivono in strada).
Tra i primi firmatari Dori Ghezzi, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Renato Sarti, Bebo Storti, Eugenio Finardi, Lella Costa, Cristiano De André, Paolo Cagna Ninchi, Dijana Pavlovic, Sergio Cusani, Sergio Segio. Hanno aderito anche esponenti di associazioni nazionali, tra cui: Patrizio Gonnella (presidente nazionale Antigone), Ciro Pesacane, Maurizio Gubbiotti, Flavio Mongelli (presidente ARCI Lombardia), Emanuele Patti, Sergio Silvotti (Segretario Forum del Terzo Settore – Lombardia), Gilberto Mangone (Segretario Cisl Milano), Maurizio Bove (CISL Milano – Dipartimento Politiche Sociali e Immigrazione), Fondazione De Andrè Onlus, Elena Valdini, Giorgio Roversi (Cgil Lombardia), Giuseppe Vallifuoco (Dipartimento Immigrazione della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano) (Coordinatore Segreteria Nazionale Legambiente). Rappresentanti di sindacati e associazioni milanesi, tra cui: (presidente ARCI Milano), (presidente nazionale Forum ambientalista).
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.