Mondo

Sentinelli-ong, intesa perfetta su debito e slegamento aiuto

Iraq e Afghanistan, la Sentinelli ha promesso una «discontinuità assoluta» rispetto al recente passato.

di Paolo Manzo

Finalmente un politico con qualche potere?
? effettivo ha accolto molte delle proposte che, da anni, le ong italiane portano avanti a suon di rapporti e studi comparati con il resto del cosiddetto mondo sviluppato, dove l?Aps, l?Aiuto pubblico allo sviluppo , è fatto in modo strutturale e organico alle politiche dei rispettivi governi. Si pensi all?Olanda, dove esiste da decenni un ministero della Cooperazione internazionale, o all?Inghilterra. Bene, se sino a ieri il refrain era sempre «non ci sono i soldi, che volete farci»¦, allora confortano molto il nostro mondo le parole del viceministro per la Cooperazione, Patrizia Sentinelli, pronunciate durante l?incontro di preparazione alle Giornate per la Cooperazione italiana 2006, che lei stessa ha presieduto lo scorso 23 giugno. Nella sala Conferenze internazionali della Farnesina, la Sentinelli ha detto che sue priorità saranno, nell?ordine: «Slegare l?aiuto legato, superando l?aspetto di promozione dell?export italiano che è insito in questa perversa forma di aiuto; non contabilizzare più la cancellazione del debito all?interno della percentuale Aps/Pil; appoggiare al prossimo vertice della Banca mondiale l?iniziativa della Norvegia, tendente ad annullare per i paesi poveri la parte di debito cosiddetto illegittimo». Per quanto concerne il finanziamento della Cooperazione, al fine di raggiungere lo 0,7% nel rapporto Aps/Pil entro il 2015 come da Obiettivi del Millennio, la Sentinelli ha proposto un altro dei cavalli di battaglia delle nostre ong, ovvero le ?tasse di scopo?, citando la Francia che, di recente, ne ha deliberata una sui voli aerei e facendo capire che, presto, ne potrebbe essere introdotta una simile anche da noi. Infine, sulla commistione tra umanitario e militare in Iraq e Afghanistan, la Sentinelli ha promesso una «discontinuità assoluta» rispetto al recente passato.

«A Torino si formeranno tutti i quadri Onu…
… sia per quanto concerne il peacekeeping che la cooperazione nelle aree di crisi». La notizia ce l?ha data Staffan De Mistura, padre istriano e madre svedese, 59 anni e da 32 in servizio all?Onu, rientrato a inizio giugno dall?Iraq proprio per organizzare gli uffici torinesi che si apprestano a diventare ?caput mundi? in due settori altamente strategici per il Palazzo di Vetro.

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