Non profit
Sentenza brevetti, per Legambiente «è un passo indietro»
«Le innovazione biotecnologiche non sono invenzioni comuni»
”Un passo indietro nel dibattito sulle brevettazioni e sul rispetto della biodiversita’, mosso nella direzione degli interessi delle multinazionali del biotech”.
Cosi’ reagisce Legambiente alla sentenza della Corte di giustizia europea che ha respinto il ricorso dell’Olanda contro le direttive sulla brevettabilita’ delle invenzioni biotecnologiche. ”Il ricorso olandese, appoggiato anche dall’Italia e dalla Norvegia – recita la nota diffusa dall’associazione ambientalista – era un atto sacrosanto proveniente da un Paese la cui legislazione nel campo e’ avanzatissima: sacrosanta la richiesta di impedire la proprieta’ intellettuale di materiale biologico vivente in grado di riprodursi.”
L’errore fondamentale, secondo Legambiente, e’ quello di considerare le innovazioni biotecnologiche alla stregua di invenzioni comuni, consentendone e tutelandone la proprieta’ intellettuale; non si tratta invece che di scoperte basate sulle caratteristiche biologiche delle specie viventi. ”Eticamente scorretto – dunque – e contrario agli interessi generali, poiche’ praticamente consegna questo campo di ricerca nelle mani di poche grandi industrie. La normativa criticata dall’Olanda, per di piu’, e’ in radicale contrasto colla Convenzione di Rio sulla biodiversita’ che, firmata da tutti gli Stati europei, sancisce i diritti di ogni Paese sui rispettivi patrimoni genetici. Prevaricando questi diritti, ogni Paese, con i rispettivi agricoltori, si trovera’ sotto lo scacco delle multinazionali della biotecnologia”. ‘
‘E’ necessario – conclude Legambiente – condurre un ragionamento approfondito e libero dai condizionamento del mercato sulla questione della proprieta’ intellettuale, valutandone con saggezza tutte le conseguenza per l’ambiente e per i paesi piu’ poveri che, e’ ad esempio il caso del Costarica, arrivano a vendere per poche lire l’insieme del proprio inestimabile patrimonio biologico.”
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