Di nuovo sul podio. Questa volta però sul gradino più alto. A soli tre mesi dalla conquista del terzo posto nella classifica del “Campionato solare”, la manifestazione organizzata da Legambiente e da Fiera Klimaenergy di Bolzano che premia i Comuni con il più alto rapporto tra la popolazione residente e le installazioni di pannelli solari, Senigallia ha ottenuto un nuovo prestigioso riconoscimento da Legambiente. La bandiera “Fiume sicuro” come Comune più meritorio nella prevenzione delle frane e delle alluvioni. La città costiera marchigiana, attraversata dal Misa, ha realizzato infatti una serie di attività contro il rischio idrogeologico. Vita ne ha parlato con il primo cittadino, Maurizio Mangialardi, alla guida di un’amministrazione di centrosinistra da marzo scorso.
Sindaco, il monitoraggio di Legambiente sulle attività delle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico vi ha eletti numeri uno in Italia. Qual è il punto di forza della strategia di prevenzione di Senigallia?
Il protocollo di monitoraggio e di allerta. Si tratta di un sistema complesso a cui lavoriamo dal 2004, elaborato dal gruppo comunale di protezione civile, che prevede punti di rilevamento lungo il fiume, contatti con la Prefettura, messaggi sms sulle condizioni meteo. Ricordo che il Misa, sebbene non esondi dal 1976, è un fiume torrentizio che taglia tutta la città e che è ritenuto uno dei più pericolosi d’Italia.
La seconda azione messa in campo è stata la delocalizzazione delle imprese e delle abitazioni dalle aree a rischio. È stata un’impresa facile?
Non proprio. È immaginabile che chi ha dei suoli che, in base alle previsioni urbanistiche, sono destinati allo sviluppo residenziale, industriale e artigianale non veda di buon occhio l’apposizione di vincoli. Il primo successo è stato evitare la costruzione di strutture nelle aree ora individuate a rischio. Per quelle già esistenti abbiamo previsto dei meccanismi volti a incentivare la delocalizzazione.
Quanto è importante l’ordinaria amministrazione? Legambiente ha apprezzato anche l’attività di manutenzione delle sponde e delle opere di difesa idraulica.
Molto. Consente di prevenire i disastri ambientali e di evitare il pagamento di pesanti risarcimenti danni nel caso si verifichino guai. Negli ultimi anni abbiamo eliminato i piloni di uno dei tre ponti sul Misa per facilitare il deflusso delle acque. Dopo cinque secoli, inoltre, non abbiamo più il porto canale perché abbiamo separato il corso del fiume e la sua foce dall’area portuale.
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