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SENATO. Una legge sulla dislessia

Pro e contro di una legge che definisce la dislessia come DSA

di Sara De Carli

Il 19 maggio la Commissione Istruzione del Senato ha licenziato all’unanimità il testo di una legge sulle difficoltà specifiche di apprendimento. Dislessia, discalculia e disgrafia per la prima volta vengono riconosciute per legge come DSA e quindi per legge si prendono le misure atte a garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con DSA, adottando in particolare forme di verifica e di valutazione adeguate.

Il testo approvato è frutto dell’unione di due pdl: la 1006, a firma di Vittoria Franco (Pd) e la 1036, a firma di Franco Asciutti (Pdl). La senatrice Franco aveva già presentato e vista approvata dalla commissione la sua pdl nella scorsa legislatura, ma il testo poi si è perso alla Camera (leggi qua).

La legge però ha pro e contro. Se da un lato riconoscere ufficialmente i Dsa significa  sancire dei diritti per chi ne è affetto, dall’altra c’è il timore di uno screening di massa già nella scuola primaria che “etichetti” i bambini, visto che la legge prevede che l’avvio da parte del Miur, «anche mediante iniziative da realizzare in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale, attività di identificazione precoce per individuare gli alunni a rischio di DSA». Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus teme una “medicalizzazione della scuola” ed è particolarmente critico: «C’è proprio bisogno di una tale legge e diagnosi psichiatrica per aiutare un bambino che ha difficoltà o è più lento nella lettura? Con questa legge si rischia di aprire le porte a screening ed etichettature psichiatriche di massa e a  incanalare migliaia di bambini su percorsi fallimentari». La legge, al contrario, è da anni sollecitata dall’Associazione Italiana Dislessia.

Un articolo ad hoc, il 6, è dedicato anche agli adulti dislessici, assicurando loro, seppur solo con una generica dichiarazione di principio, «uguali opportunità di sviluppo delle proprie capacità in ambito sociale e professionale». Tra le novità, il diritto per i familiari fino al primo grado di alunni del primo ciclo con DSA impegnati nell’assistenza alle attività scolastiche a casa di usufruire di orari di lavoro flessibili.

 


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