Famiglia
Senato: licenziato ddl contro infibulazione
La proposta, che a Palazzo Madama ha ottenuto la sede deliberante, ora passa al vaglio della Camera
Ha ottenuto il via libera all’unanimita’ dalla commissione Giustizia del Senato in sede deliberante (cioe’ senza bisogno di andare in Aula), il disegno di legge che vieta l’infibulazione (S.414).
Il ddl 414, proposto dal senatore di An Giuseppe Consolo, vieterà anche in Italia la pratica, diffusa tra le comunità di immigrati, volta alla mutilazione dei genitali femminili. Il 12 febbraio scorso aveva ottenuto il passaggio in sede redigente, per velocizzare il più possibile l’iter. Ora dovrà passare alla Camera.
“E’ una buona legge che va pero’ diffusa, spiegata e fatta conoscere nel modo piu’ giusto” ha dichiarato Marina Magistrelli, senatrice della Margherita e relatrice della legge in Commissione Giustizia. La senatrice non ha nascosto le difficolta’, soprattutto di ordine culturale, cui la legge puo’ andare incontro nella sua applicazione. “Le numerose comunita’ straniere che vivono in Italia, piu’ che per pratiche religiose, praticano l’infibulazione sulle loro figlie per tradizioni culturali profondamente radicate e quindi intese e vissute come giuste e legittime” sottolinea la senatrice Magistrelli. “per cui il vero lavoro, lo sforzo piu’ grande dovra’ essere quello di accompagnare la legge con una forte campagna di sensibilizzazione ai valori sociali e culturali ad essa sottesi e ai quali chi vive nel nostro paese sceglie di uniformarsi”.
La pratica (diffusa in 28 Paesi africani ma anche in Yemen, Indonesia e Malesia e volta a una parziale o totale mutilazione dell’organo genitale femminile), si sta diffondendo in parecchie comunità d’immigrati anche in Italia e nel resto d’Europa.
L’infibulazione e’ gia’ off-limits in Svezia, Norveglia e Gran Bretagna. Anche l’Italia si appresta a entrare nei Paesi del Vecchio Continente dove la mutilazione sessuale sara’ vietata dalla legge. Contro l’infibulazione numerose sono state le condanne internazionali come quelle venute dal Consiglio d’Europa e dalle Nazioni Unite.
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