Senato d’azzardo e “porcata” slot machine: il caso della senatrice Pezzopane

di Marco Dotti

Su twitter, dichiara di essersi iscritta al partito il giorno in cui morì Berlinguer. Oggi senatrice PD, fino al 2010 Stefania Pezzopane è stata presidente della provincia dell’Aquila. Nei mesi del terremoto abbiamo sentito la sua voce, l’abbiamo vista in televisione, abbiamo imparato a ascoltare le denunce di chi come lei – già rappresentante all’ANCI, l’associazione che riunisce i comuni italiani – sembrava unire passione e competenza.

Visti i suoi trascorsi, Stefania Pezzopane conosce bene – o dovrebbe conoscerle – le dinamiche perverse che legano a doppio filo la tragedia dell’Aquila al gioco d’azzardo di Stato. Fu il governo di allora, infatti, a introdurre ex lege le famigerate Vlt (le slot machine che si trovano nelle sale gioco), con la scusa  di “finanziare la ricostruzione”. Una brutta storia, dai contorni ancora poco chiari su cui è intervenuta a più riprese anche la Corte dei Conti.

Nel 2011, alla trasmissione Report di Milena Gabanelli la Pezzopane dichiarava che dei 500 milioni annui previsti dal decreto Abruzzo che introduceva le Vlt in Italia “non se ne è vista traccia” (qui un articolo di Sergio Rizzo sull’affaire).

 Veniamo al punto della questione:

– la senatrice Stefania Pezzopane sa anche che l’Abruzzo è la regione dove si gioca di più alle slot machine. Ogni abruzzese, neonati inclusi, spende in media 776 euro all’anno, ovvero il 5% del reddito pro capite; 

– la senatrice Stefania Pezzopane ha presentato una disegno di legge per contrastare le ludopatie, dichiarando: ” in questi anni di crisi c’è stata una crescita tumultuosa del settore, con un incremento dell’offerta dei giochi e della loro attrazione per le persone, cosa che ha comportato la difficoltà di contrastare in modo efficace il gioco illegale e le dipendenze da gioco d’azzardo e di tutelare efficacemente i soggetti più deboli, come gli anziani, i minori, i più poveri. Occorre quindi un intervento legislativo per riformare tutto il governo del sistema, rafforzando gli strumenti di regolazione e di controllo, a partire dal funzionamento e dalle capacità di intervento dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato come Agenzia” (cito da → qui);

– la senatrice Stefania Pezzopane, essendo stata presidente di provincia, assessore comunale, segretario Anci e ora, appunto, senatrice (insomma, di esperienza ne ha) conosce i delicati meccanismi che regolano le finanze pubbliche locali.

 PERCHÉ 

mercoledì scorso 18 dicembre la senatrice Stefania Pezzopane

HA VOTATO A FAVORE  

dell’emendamento truffa che contraddice punto per punto i tre punti precedenti, unendo la sua alla firma dei vari Vannino Chiti, Casson, Zavoli e compagnia cantante, ovvero quei senatori d’azzardo che vogliono togliere stanziamenti e risorse ai comuni che disincentivano il “gioco”


 

 PERCHÉ 

dopo la durissima presa di posizione di Matteo Renzi che, sollecitato da Vita, ha dichiarato trattarsi di vera e propria “porcata”

la senatrice Stefania Pezzopane È CORSA AI RIPARI NEGANDO OGNI CONSAPEVOLEZZA DI VOTO (COME SE IL VOTO FOSSE UN PURO GESTO MECCANICO O IL PREMERE IL TASTO DI UNA SLOT MACHINE) dichiarando: 

“‘Nessuna necessità contabile può giustificare un emendamento che penalizza Regioni e Comuni che adottano norme per limitare il gioco d’azzardo, con la riduzione dei trasferimenti statali. Il governo non deve dare seguito alla sua attuazione. Il Pd si impegni alla Camera per eliminare questa stortura”.

Ah sì? Allora

PERCHÉ

la senatrice Stefania Pezzopane HA  VOTATO UN EMENDAMENTO A LUNGO DISCUSSO IN SENATO E NEI CONFRONTI DEL QUALE NESSUNO PUÒ DIRE “NON SAPEVO”?

Come il bambino colto con le mani nella marmellata, su twitter a domanda la senatrice Pezzopane così risponde:

Dimettersi sarebbe un gesto elegante, ma soprattutto dovuto, per chiudere una vicenda che ha lasciato esterrefatti i cittadini. Berlinguer approverebbe.

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