Famiglia

Sempre più soli

Presentata la ricerca di SOS Telefono Azzurro: «Il 38% ha bisogno di parlare con qualcuno»

di Redazione

Sempre più soli, bisognosi di parlare con qualcuno, vittime di abusi o di violenze: sono i bambini e gli adolescenti italiani secondo SOS Telefono Azzurro Onlus, chedal 1987 si batte affinché gli enunciati della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza divengano realtà concreta.

Crescita esponenziale per il “bisogno di parlare con qualcuno”, sintomo di un malessere generale della società: lo denuncia ben il 38% dei minori entrati in contatto con le linee telefoniche dell’Associazione negli ultimi 5 anni. Nel 2005 la percentuale si assestava al 5,3%.

In aumento la solitudine, più che raddoppiata tra i piccoli: se nel 2005 si era al 3,3%, a cinque anni di distanza si giunge all’8,5%.

«I dati che abbiamo rilevato nel corso della nostra attività – spiega il Presidente di SOS Telefono Azzurro Onlus Ernesto Caffosono allarmanti. Da un lato, il risultato della disgregazione sociale, che accentua il sentimento di depauperazione familiare. Dall’altro, i rischi connessi ad una incauta esposizione dei minori verso l’esterno attraverso il web e i social network». 

Negli ultimi 10 anni il Telefono Azzurro ha gestito 43.252 casi relativi a bambini e adolescenti. Considerando il numero totale dei minori, ciò significa che 1 bambino su 200 ha chiamato il Telefono Azzurro per chiedere aiuto. Tra loro, ben 14.772 hanno riferito episodi di violenza.

«Cifre più che allarmanti – aggiunge Ernesto Caffo – se riflettiamo sul fatto che queste sono solo le situazioni che Telefono Azzurro ha intercettato, ma che rischiano di non rispecchiare la totalità del problema: è logico supporre che esista un vero e proprio sommerso di disagio e violenza inascoltati».

Il bullismo raddoppia tra il 2000 ed il 2010: dall’8% al 16%. In costante crescita anche i fenomeni di “cyberbullismo”: l’invio di foto o video minacciosi, di informazioni false e l’esclusione intenzionale dai gruppi online.

«Occorre riflettere sulla condizione di solitudine di bambini e adolescenti – prosegue Caffo – e  comprendere che essa rappresenta un segnale troppo spesso trascurato, che si traduce in forme di disagio e di emergenza come quelle che quotidianamente affrontiamo nel nostro lavoro».

«Il web può essere un elemento minaccioso – prosegue il Presidente Caffo – con i social network che diventano luoghi di adescamento e perfino di invio di materiale pedopornografico da parte dei minori stessi, in cambio di piccole ricompense. Ma con un utilizzo corretto è la rete internet ad offrire un valido mezzo di contatto con bambini e adolescenti per la prevenzione dei fenomeni di abuso».

In quest’ottica il Telefono Azzurro presenta oggi un nuovo servizio di consulenza via chat, disponibile sul sito www.azzurro.it, che sarà attivo ogni giorno a partire dal 6 dicembre.

«È necessario – conclude Caffo – che sempre più si diffonda il concetto di responsabilità sociale. Telefono Azzurro ha un grande ruolo nella gestione delle emergenze, ma la chiave per dare una risposta efficace ai bisogni dei minori è la prevenzione».

L’impegno dell’Associazione prosegue il prossimo fine settimana: il 20 e 21 novembre in oltre 1500 piazze italiane tornano le candele di Telefono Azzurro con la tradizionale campagna “Accendi l’Azzurro”. Un’occasione per tutti per contribuire alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza.

LA STORIA DI ALESSIA
Alessia ha 3 anni, dopo la separazione dei suoi genitori vive con la madre e la sorella di 14, trascorrendo con il padre solo alcune ore durante i fine settimana. Una domenica sera, la madre di Alessia chiama il Telefono Azzurro, sconvolta per il racconto che la figlia le ha appena fatto, al rientro dal fine settimana trascorso con il padre. La signora riferisce le parole della figlia: “Io e il papà stavamo guardando la televisione. Lui era nudo e io avevo il pigiama. Mi ha messo le mani nelle mutandine e mi ha chiesto di toccarlo ”. E’ la prima volta che Alessia riferisce un episodio del genere. La signora descrive però l’ex marito come una persona violenta: in passato lei stessa era stata picchiata diverse volte al punto da romperle un braccio. Il Telefono Azzurro, oltre a segnalare immediatamente l’accaduto alle Forze dell’Ordine, invita la signora a recarsi personalmente a sporgere denuncia, raccontando direttamente in Questura quanto riferitole dalla figlia. L’operatrice le fornisce, inoltre, alcune informazioni utili a comprendere l’iter giudiziario che farà seguito alla sua denuncia.

Dopo un’iniziale diffidenza, la chiamante accetta e si reca in Questura. L’operatrice del Telefono Azzurro contatta la IV Sezione della Squadra Mobile, specializzata per questo tipo di reati: con l’ispettrice si decide di fissare, in tempi brevi, un ascolto protetto della minore, garantendo la presenza di una psicologa esperta per condurre il colloquio. In accordo con la Polizia, il caso viene trasmesso alla Procura, che avvia le indagini sul caso.

LA STORIA DI KARIN
Karin è un’adolescente di origine pakistana di 13 anni. Ha lasciato il suo paese da circa 5 anni  e ora vive in Italia insieme al padre, la madre e i fratellini più piccoli. L’inserimento a scuola non è stato facile ma dopo un primo  periodo di  adattamento, Karin è riuscita ad integrarsi con i compagni, superando le iniziali difficoltà con la lingua e riuscendo ad ottenere dei buoni voti. Da circa 3 mesi, però, Karin non frequenta più la scuola: la madre infatti ha trovato lavoro e lei deve svolgere al suo posto i lavori domestici e prendersi cura dei fratellini. Quando chiama il Telefono Azzurro, una mattina di febbraio, Karin è disperata e piange: i suoi genitori sono molto severi e ogni volta che non riesce a portare a termine tutte le faccende domestiche, viene picchiata dal padre con un bastone. Karin si sente sola: le mancano i compagni, la loro amicizia e il rapporto con gli insegnanti, divenuti in breve tempo importanti punti di riferimento.

Oltre a non poter più andare a scuola, non ha neppure il permesso di uscire di casa senza il consenso dei genitori: per questo motivo non sa a chi poter rivolgersi per chieder aiuto e ripete più volte di essere esasperata dalla situazione al punto da pensare di fuggire di casa. Data la gravità degli elementi riferiti e la richiesta di aiuto di Karin, l’operatore di Telefono Azzurro inizia a costruire un percorso di tutela, coinvolgendo le istituzioni che possono intervenire.


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