Welfare

Sempre più minori nel sommerso dei consumatori di droga

Alla vigilia delle "Giornata mondiale contro l'abuso e il traffico illecito di droghe" che si celebra il 26 giugno, la relazione annuale della "Direzione centrale per i servizi antidroga del Dipartimento della Pubblica sicurezza" ci conferma nel 2021 il trend negativo dei decessi per overdose che nel 2019 era sceso. Nella sola Sicilia, nel 2021, sono state condotte 1.536 operazioni antidroga con un quantitativo di sostanze sequestrate cresciuto del 201,15%

di Gilda Sciortino

«Tutte le malattie, anche l’influenza, sono legate alla perdita della libertà. Il Covid ce l’ho fatto capire molto bene. Quando parliamo di dipendenza da una sostanza stupefacente abbiamo due tipi di libertà: una è quella di decidere se assumerla o meno, l’altra è relativa a quanta ne devi usare. Finché mantengo queste due libertà sono un consumatore, diversamente devono intervenire i Sert. Servizi, questi ultimi che, però, intercettano le forme molto conclamate di dipendenza, praticamente quella che è diventata intollerabile. Purtroppo da tre anni a questa parte ciò sta avvenendo con soggetti la cui età si è sensibilmente ridotta».

Parla così Gianpaolo Spinnato, direttore ex facente funzione dell’Unità Operativa Complessa Dipendenze Patologia dell’Asp di Palermo, alla vigilia delle “Giornata mondiale contro l’abuso di droghe e il traffico illecito”, che si celebra il 26 giugno riflettendo su quanto sia grave e debba fare preoccupare il fatto che l’ aumento di afflusso ai Sert di ragazzi spesso minori che assumono, per esempio, crack indica che nella società il consumo di sostanze stupefacenti sia elevatissimo.

«L’aumento notevole si è avuto e si ha per cocaina e crack – prosegue Spinnato – e questo ci dice che qualcosa nel tempo è cambiato negli stili di consumo. Come dicevo rispetto all’abbassamento di età, mentre prima i giovani adulti entro i 23 anni che accedevano ai servizi erano un numero esiguo, da 5 anni a questa parte è più che triplicato. Ciò che deve fare preoccupare, però, è il fatto che coloro che arrivano ai Sert sono quelli che hanno sviluppato una dipendenza tale da non potere essere più gestita, ma questo riguarda solo un decimo dei consumatori. Il resto rimane sommerso e non intercettato. In un servizio tra i più grossi del capoluogo siciliano quale può essere Palermo 2, solo l’anno scorso ho avuto 200 nuovi utenti e, di questi, 150 sono giovani che fanno uso di cocaina, quindi anche di crack”.

Ma quando parliamo di aiuto da dare a chi si rivolge ai Sert, a cosa ci riferiamo?

«Il problema è complesso perché, mentre sulla tossicodipendenza da eroina abbiamo avuto i presìdi farmacologici che hanno aiutato tantissime persone ad affrancarsi dalla dipendenza, con il crack c'è un'arma in meno perchè è tutto nuovo. Abbiamo la possibilità di aiutare attraverso l'inserimento nelle comunità terapeutiche o programmi ambulatoriali di tipo psicologico chee stiamo cercando di implementare. Avendo, però, un sommerso così elevato, dobbiamo pensare a interventi differenti per tutte quelle persone che ai servizi non arrivano o che vi arriveranno dopo. Nel frattempo, stanno per strada e covano danni che, quando arrivano ai servizi, diventa quasi impossibile curarli perché hanno sviluppato patologie psichiatriche o problemi fisici di varia natura veramente complicati da risolvere. In questa situazione dobbiamo programmare interventi al di fuori dei Sert, in strada, nei luoghi di consumo, di aggregazione. Servizi che il livello sanitario, vuoi per risorse esigue vuoi per le competenze che non ha, non può erogare da solo. C'è bisogno di unire il livello sociale, quello sanitario e l'altro che attiene al privato sociale. In alcune città italiane é nata una rete che sta immaginando alcuni interventi da realizzare sul territorio. Per il Meridione, le città scelte sono Napoli e Bari, ma spero che ben presto si possa unire anche Palermo».

A farci riflettere sulla gravità di una situazione in cui, se già l'eroina aveva un sommerso pari a circa il 50%, la cocaina che induce una dipendenza in molto più tempo, porta un sommerso molto più alto, di almeno l’80% circa. Dati che fanno preoccupare se ragioniamo anche sul flusso di droghe immesso sul mercato, rispondente a una richiesta sempre più pressante di sostanze. Ce lo dice anche la Direzione centrale per i servizi antidroga del Dipartimento della pubblica sicurezza nella sua ultima relazione sulle attività eseguite e i risultati ottenuti dal nostro Paese nella lotta contro il traffico illecito delle sostanze stupefacenti.

Report pubblicato proprio in vista della Giornata mondiale promossa dalle Nazioni Unite , il cui focus è sui sequestri ma anche sui decessi per abuso di sostanze stupefacenti. Una risposta, quella data dalle forze di polizia che non si è mai fermata, neanche durante il Covid.

Ecco, dunque, che, mentre il numero delle operazioni antidroga, coordinate e supportate dalla DCSA, rimane sostanzialmente in linea con la media dell’ultimo decennio (circa 23mila), così come quello delle denunce (oltre 30mila), l’impennata si ha con i sequestri di droga rispetto all’anno precedente: dalle 59 tonnellate rinvenute nel 2020, si è saliti alle 91 tonnellate del 2021, con un incremento percentuale del 54,04%, che, per effetto di una sensibile crescita dei sequestri di cocaina e dei derivati della cannabis, rappresenta il quarto più alto risultato dal 2000 ad oggi, nonostante le difficoltà aggiuntive causate dalla crisi sanitaria. Anche quest’anno, il risultato più macroscopico è dato dal nuovo record nei sequestri di cocaina, che, dopo “l'exploit” del 2019 e del 2020, in cui i volumi erano arrivati, rispettivamente a 8,2 tonnellate e 13,6 tonnellate, raggiungono la quota di 20,07 tonnellate (+47,66%), traguardo assoluto senza precedenti nel passato. Sequestri eseguiti per la maggior parte nei porti, con circa il 70% del totale intercettato nelle aree di frontiera. Rispetto, invece, ai decessi, sedici sono morti in meno per overdose nel 2021 (293 rispetto a 309 del 2020).

Se poi ci soffermiamo alla situazione della realtà siciliana, nel 2021 in Sicilia si è registrato il 7,21% delle operazioni antidroga svolte sul territorio nazionale, con il 6,34% delle sostanze sequestrate e il 9,92% delle persone segnalate all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, sono state effettuate, a livello regionale, 1.536 operazioni antidroga, con un decremento del 12,97% rispetto all’anno precedente. Aumentati del 201,15%, nel 2021, i quantitativi di sostanze sequestrate, passando da 1.791,80 kg del 2020 a 5.396,03 kg del 2021.

Rispetto ai decessi per abuso di sostanze stupefacenti, il dato siciliano si sttesta su 9 persone, che incidono del 3,07% sul totale nazionale. Nell'ultimo decennio, il valore più alto (19) si è registrato nel 2013, il più basso nel 2017.

Scendendo ancor di più nel dettaglio, nel 2021, nella città metropolitana di Palermo è stato registrato l'1,90% delle operazioni antidroga svolte sul territorio nazionale, lo 0,45% delle sostanze sequestrate e il 2,76% delle persone denunciate all’Autorità Giudiziaria. In tutto 406 le operazioni del 2021 con un decremento del 20,55% rispetto all’anno precedente, corrispondente all'1,90% del totale nazionale. Diminuiti del 25,46 anche i quantitativi di sostanze sequestrate, passando da 553,67 kg del 2020 a 412,72 kg del 2021.

Un dato riguarda anche gli stranieri coinvolti nel narcotraffico. In tutto, nel 2021, sono stati 59, 45 dei quali in stato di arresto, con un incremento dell'1,72% rispetto all’anno precedente, corrispondente allo 0,64% dei segnalati a livello nazionale. Le nazionalità prevalenti sono quelle nigeriana, romena, mauriziana, tunisina e ghanese. Le denunce hanno riguardato per l'81,36% il reato di traffico/spaccio e per il restante 18,64% quello di associazione finalizzata al traffico di droga.

Infine, i minori: 14 sono stati quelli denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati sugli stupefacenti. Otto quelli in stato di arresto, lo stesso numero dell’anno precedente, corrispondente all'1,45% di quelli segnalati a livello nazionale

Dall'America, proprio in vista della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe” ci arrivano anche i dati che riguardano i decessi per overdose: 270 al giorno. Morti che, secondo il National Center for Health Statistics, sono cresciute di quasi il 30%, rispetto alle 78mila registrate nell’anno precedente

«I dati che si riferiscono alle overdosi non sono paragonabili con quelli italiani – dice in conclusione il dott.re Spinnato -. Gli Stati Uniti hanno il problema dell'utilizzo di grossi quantità di oppioidi sintetici, farmaci antidolorifici prescritti per il dolore, che vengono utilizzati dalla popolazione in modo tale da diventarne dipendente. Questo problema in Italia lo abbiamo di meno e lo avremo sempre di meno perché c’è una diversa legislazione. Si tratta di farmaci da noi accessibili sono attraverso ricetta medica e per un periodo di non oltre un mese. Diventa, quindi, difficile farne abuso. Negli Stati Uniti, invece, vengono venduti come prodotti da banco, al pari dell'Aspirina. Questo non vuol dire che i morti per droga da noi non ci siano, però, essendo i decessi provocati prevalentemente da psicostimolanti, spesso vengono registrati come arresti cardiocircolatori, morti improvvise e non a causa di overdose, da cocaina per esempio. La Sicilia, in modo particolare, rispetto ai dati, si posiziona sempre ai livelli più bassi di overdose: non so dire se questo accade perché ci sono meno overdosi o perché il sistema di rilevazione siciliano è meno efficace di altri. Storicamente, è un dato di fatto che noi ne abbiamo sempre registrato un numero inferiore delle altre regioni».

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