Cultura

Sempre più italiani bevono dal rubinetto

Cresce il consumo di acqua potabile e diminuisce la propensione all'acqua minerale

di Redazione

In Italia cresce il consumo di acqua potabile del rubinetto.
Un’adesione mai vista negli ultimi 10 anni. Tra i motivi di questa inversione di tendenza: il gusto, la percezione di maggiori controlli, la comodità e il risparmio economico. Diminuisce la propensione al consumo di acqua minerale: nel 2009 il 63,4% delle famiglie italiane l’ha acquistata contro il 67,6% nel 2000 e il 64,2% nel 2008. La distribuzione territoriale è piuttosto uniforme: si passa dal 65,2% di famiglie del Mezzogiorno, al 62,5% di quelle del Nord e al 62,8%di quelle del Centro.
Le famiglie italiane con un giudizio negativo sull’erogazione dell’acqua potabile dal rubinetto passano dal 16,2% nel 2001 al 10,8% nel 2010. Anche le famiglie che annoverano al proprio interno uno o più membri che non esprimono fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto diminuiscono dal 42% nel 2001 al 32,8% nel 2010.
Le ragioni che spingono gli italiani ad apprezzare l’acqua a km zero, trattata e non, sono, in primis, il gusto (29,8%) seguito dai maggiori controlli percepiti rispetto alla minerale in bottiglia (20,4%), la comodità di non dover più trasportare casse d’acqua dal supermercato fino a casa (20,2%), il risparmio economico che va dalle 300 alle 1000 volte rispetto alla bottiglia (16,3%) e l’attenzione verso l’ambiente (13%).

I dati dell’Istat trovano conferma anche nelle indagine condotte da Aqua Italia, Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, federata ad Anima-Confindustria, che monitora la propensione degli italiani al consumo di acqua potabile del rubinetto.
Nel 2010 il dato ha riguardato il 74% degli intervistati: nel 2010 si è registrato un incremento di quattro punti percentuali rispetto a quattro anni prima. Una vera rivoluzione nel Paese che fino a qualche anno fa segnava il record nel settore delle acque minerali in bottiglia. Cresce anche la frequenza di utilizzo: un individuo su tre dichiara di berla “sempre”, passando dal 40% circa del 2008 al 46% del 2010

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