Welfare

Sempre più disabili nel mondo del lavoro

I nuovi dati del Ministero del Lavoro segnalano una incoraggiante diminuzione del tasso di disoccupazione tra chi ha difficoltà sensoriali, fisiche o mentali, soprattutto grazie alle nuove tecnologie. Anche se otto disabili su dieci sono comunque fuori dal mercato

di Gabriella Meroni

Più tecnologia, più lavoro: è questa l'equivalenza che sta portando sempre più persone con disabilità verso una vita attiva e produttiva, almeno secondo quanto riporta l'Huffington Post in una bella inchiesta sul tema. Negli ultimi anni in effetti si sono fatti passi da gigante nel settore delle tecnologie pensate e dedicate per chi ha difficoltà visive, auditive o motorie: sintetizzatori vocali, schermi touch, programmi che utilizzano suoni, figure e simboli insieme ad applicazioni vocali che permettono pressoché a chiunque, anche a chi non riesce a parlare in modo comprensibile, a comunicare e farsi capire.

Una rivoluzione, insomma, che sta dando i suoi frutti, come rileva anche il ministero del Lavoro americano, che ha registrato un notevole aumento del tasso di occupazione dei disabili: "La tecnologia ha aiutato immensamente noi disabili ad avvicinarci al mondo del lavoro", ha dichiarato Kathleen Martinez, cieca dalla nascita, funzionaria del Dipartimento che al ministero del Lavoro USA si occupa proprio di politiche di inclusione lavorativa.

Ed ecco i dati: nel 2012 il tasso di disoccupazione dei disabili era del 13,4% contro il 15% del 2011; per fare un paragone, la disoccupazione tra i normodotati era del 7,9% contro l'8,7% del 2011; in numeri assoluti, significa che poco più di 5 milioni di disabili americani sono inseriti nel mondo del lavoro. Certo, i dati sono da contestualizzare attentamente: come nel resto dei paesi industrializzati, il tasso di disoccupazione di riferisce ai disabili che potrebbero lavorare e che cercano lavoro senza trovarlo: il 79% dei disabili USA non si trova in questa situazione, quindi non lavorano né sono in cerca di un'occupazione. Da sottolineare anche che circa la metà dei disabili americani potrebbe difficilmente avere un posto di lavoro, perché ha superato i 65 anni di età.

Visti i numeri, comunque, non c'è da stupirsi che quello degli ausilii tecnologici sia un vero e proprio mercato: secondo le previsioni, questo particolare giro d'affari passerà dai 39 miliardi di dollari del 2010 ai 55 miliardi del 2016, anche considerando l'interesse che giganti della comunicazione come Facebook hanno riservato negli ultimi due anni ai loro clienti con disabilità. Ultima chicca dal rapporto del Ministero del Lavoro: i disabili sono molto più propensi a mettersi in proprio, fedeli al motto molto americano che recita "se nessuno ti assume, inventati il lavoro". Il tasso di lavoratori autonomi tra i disabili è infatti di poco superiore all'11% contro un misero 6,5% dei normodotati.

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