Moda

Sempre più brand amici degli animali

Un nuovo marchio annuncia l’adesione allo standard internazionale Fur Free Retailler e lo fa in concomitanza con la Milano fashion week. Da parte sua la Lega anti vivisezione - Lav che è parte della Fur Free Alliance parlando della decisione del gruppo Aeffe, che ha detto addio a pellicce e angora, si dice lieta «di avere incontrato un’azienda realmente interessata e coerente nella valutazione di un approvvigionamento responsabile di materie prime»

di Antonietta Nembri

La sostenibilità e l’attenzione etica non solo sono di moda, ma stanno sempre più conquistando i grandi marchi e i brand. Tra le caratteristiche di eticità accanto alla giusta remunerazione e rispetto dei diritti dei lavoratori del settore vi è anche l’attenzione al mondo animale e in particolare a evitare la crudeltà. A livello internazionale è attiva la Fur Free Alliance che ha l’obiettivo di far cessare in tutto il mondo l’utilizzo di animali allevati e uccisi per la loro pelliccia.

Lo standard Fur Free Retailer

In concomitanza con il debutto della Milan Fashion Week, il Gruppo Aeffe, che controlla i brand Moschino, Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini e Pollini, dichiara il proprio impegno ad abbandonare l’utilizzo di pellicce nelle collezioni dei propri marchi a partire dalla stagione Primavera/Estate 2024.  

Il Gruppo Aeffe, che – ricorda una nota – collabora attivamente con la Lega anti vivisezione- Lav, associazione parte della Fur Free Alliance (nella coalizione vi sono oltre 50 organizzazioni per la protezione degli animali), annuncia oggi l’adesione allo standard internazionale Fur Free Retailer.  

Attraverso la sottoscrizione di questo accordo, l’azienda italiana si impegna a interrompere definitivamente l’acquisto di pelliccia. Lo stock – viene precisato – continuerà ad essere oggetto di vendita fino ad esaurimento. 

A questa notizia arriva il plauso della Lav «per l’impegno assunto pubblicamente in favore di una moda più sostenibile e che, in quanto tale, non può contemplare il ricorso alle pellicce animali».

«Oggi la tecnologia e la ricerca industriale offrono la possibilità di ricorrere ai cosiddetti Next-Gen Materials, materiali con migliori performance ambientali ed animal-free» sottolinea Simona Pavesi, responsabile Lav Area Moda animal free. «Siamo quindi lieti di avere incontrato un’azienda realmente interessata e coerente nella valutazione di un approvvigionamento responsabile di materie prime e con la quale, per quanto riguarda i materiali animali, siamo certi che raggiungeremo insieme nuovi traguardi etici e sostenibili».

Pellicce addio

«Da anni la nostra azienda ha ridotto ai minimi termini se non praticamente eliminato l’acquisto e l’utilizzo di pellicce, ma abbiamo ritenuto assolutamente opportuno formalizzare questo nostro impegno, che interessa tutti i nostri brand», dichiara Massimo Ferretti, presidente del Gruppo Aeffe. «La valorizzazione della biodiversità e l’animal welfare sono priorità strategiche del nostro Piano di Sostenibilità che si regge su tre cardini fondamentali: protezione del pianeta e dell’ambiente; monitoraggio e sviluppo di una filiera produttiva sostenibile e responsabile; attenzione agli individui e alle comunità. Ci stiamo ponendo degli obiettivi ambiziosi, allineati ai Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che credo fermamente traghetteranno l’azienda verso una nuova fase di crescita e sviluppo». 

Su questa scelta interviene anche Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance: «Siamo entusiasti che il Gruppo Aeffe si sia impegnato a vietare la crudeltà delle pellicce. Con il suo nuovo impegno “fur-free”, Aeffe dimostra di prendere sul serio il benessere degli animali e di ascoltare i consumatori di oggi con una mentalità etica. La moda in pelliccia è semplicemente un business del passato».

Addio anche all’angora

Parallelamente alla sigla di questo accordo, il Gruppo Aeffe comunica anche la propria decisione di interrompere, sempre dalla stagione Primavera/Estate 2024, l’acquisto di angora.

Per ottenere il filato, infatti, ricavato dagli omonimi conigli, il pelo viene letteralmente strappato, come si legge in una campagna di Lav, procurando agli animali molta sofferenza.

Nell’immagine in apertura un momento dell’edizione 2022 della Milano fashion week – Foto Claudio Furlan/LaPresse

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