Welfare

Sempre meno povertà nel mondo

Le Nazioni Unite adottano un nuovo indice per calcolare la miseria, e scoprono che il mondo non è mai stato meglio. In alcuni paesi addirittura la povertà estrema sparirà "entro una generazione". Ecco dove e come

di Gabriella Meroni

C'è meno povertà nel mondo, soprattutto nei cosiddetti "paesi poveri". La buona notizia arriva dall'università di Oxford, i cui ricercatori hanno messo a punto un nuovo indice che misura i tassi di disagio e di miseria; secondo questi nuovi parametri, adottati quest'anno dall'Onu, le nazioni attualmente più povere del mondo riusciranno a sradicare completamente la povertà estrema nel giro di vent'anni, sempre che mantengano un tasso di sviluppo pari a quello odierno.

I paesi che stanno più rapidamente uscendo dalla miseria sono il Rwanda, il Nepal e il Bangladesh, dove addirittura la povertà estrema potrebbe essere solo un ricordo entro questa generazione. Anche altre nazioni come Ghana, Tanzania, Cambogia e Bolivia sono sulla buona strada.

La scorsa settimana il nuovo report delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano utilizzando il nuovo indice ha attestato che la riduzione della povertà estrema sta marciando a un ritmo superiore a ogni aspettativa. "Il mondo assiste a un 'bilanciamento globale' senza precedenti", si poteva leggere nel report. "Almeno 40 paesi poveri stanno strappando milioni di persone alla povertà estrema, collocandole in una nuova 'classe media globale'. Mai nella storia del mondo le condizioni di vita di così tante persone sono cambiate così rapidamente e drasticamente."

La cause di questo positivo fenomeno sono molte. Gli investimenti e gli aiuti internazionali sono stati importanti, soprattutto nei settori della scuola, della sanità, delle abitazioni, delle infrastrutture e dell'accesso all'acqua. Anche lo sviluppo dei commerci ha fatto la sua parte, soprattutto in paesi come Afghanistan, Etiopia, Rwanda e Sierra Leone.

Tuttavia molto si deve all'introduzione di un nuovo metodo di misura della povertà, senza il quale questi  risultati non sarebbero stati evidenziati. Il nuovo indice, che considera altri fattori oltre a quelli strettamente economici, si chiama Multidimensional Poverty Index (Mpi), messo a punto a Oxford e utilizzato per la prima volta quest'anno proprio nel rapporto Onu citato. I parametri di cui tiene conto non sono dunque soltanto il reddito pro capite, ma anche altri come la nutrizione, la mortalità infantile, l'istruzione, l'acqua, le fognature, l'elettricità e la qualità delle abitazioni.
In base a questo indice si scopre così che circa 1,6 miliardi di persone sulla terra vivono in una "povertà multidimensionale"; di queste il miliardo più povero vive in 100 paesi: il 40% in India, il 33% nell'Africa subsahariana. Il 9,5% di questi vivono invece nelle nazioni cosiddette "ricche".
 

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