Sempre meno cittadini americani sono a favore della pena di morte. Sono questi gli ultimi risultati del
sondaggio periodico condotto dall'autorevole società Gallup su questo argomento, che mostra come
oggi siano a favore del boia il 60% degli americani contro l'80% registrati nel 1994, anno in cui si toccò il massimo storico. Per ritrovare una percentuale analoga a quella del 2013 bisogna invece andare indietro nel tempo fino al 1972. Solo a dicembre 2012 i favorevoli erano il 63%.
Negli ultimi vent'anni, informa ancora la Gallup, il declino di consensi alla pena capitale si è mostato costante, anche se varia di molto a seconda dell'appartenenza politica di chi risponde: sono a favore della pena di morte l'80% dei Repubblicani, il 60% degli "indipendenti" e solo il 47% dei Democratici. Anche tra i Repubblicani, però, il sostegnoè andato calando negli ultimi 25 anni. Andando a ritroso negli anni, si scopre che in tutti i sondaggi di questo tipo (condotti fin dal 1936) i sostenitori della pena capitale sono risultati la maggioranza negli Stati Uniti, con un'unica eccezione datata 1966 (quando gli oppositori furono il 47% contro il 42% di favorevoli), un anno – nota la Gallup – "caratterizzato da profondi cambiamenti legislativi e di concezione della pena di morte".
Non a caso, di lì a sei anni si arrivò alla sentenza della Suprema Corte nota come "Furman v. Georgia" che dichiarò illegittime tutte le leggi statali sulla pena di morte in base a irregolarità tecniche; il boia fu costretto a fermarsi ovunque, ma quattro anni dopo, nel 1976, le nuove leggi elaborate nel frattempo da molti stati vennero dichiarate costituzionali e le esecuzioni ripresero. Dal 2006 a oggi, ben 6 stati americani hanno abolito la pena di morte.
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