Cultura

Sei università, corso per corso

Sei atenei di grande prestigio offrono le loro migliori soluzioni a chi desidera specializzarsi nel non profit

di Carlotta Jesi

Sei atenei di grande prestigio offrono le loro migliori soluzioni a chi desidera specializzarsi nel non profit. I percorsi di studio possibili sono diversi: dai corsi di laurea in discipline economiche con indirizzo non profit (come quello offerto dalla Bocconi); ai diplomi di laurea, più brevi, più contestualizzati, come quelli della Cattolica di Milano e della sede di Forlì dell?Università di Bologna; fino alle specializzazioni e ai master post-laurea, di durata annuale e dal carattere fortemente professionalizzante (vedi master offerti dallo stesso ateneo bolognese, Sassari, Trento, Genova, e ancora quelli della Bocconi). La fisionomia di questi studi, con il passare degli anni, si è ricalcata sull?immagine degli studenti, spesso già impegnati nella realtà del non profit. I piani di studio si sono arricchiti di seminari e testimonianze degli operatori di settore; il calendario delle lezioni è stato distribuito in giorni e orari che si potessero conciliare con l?attività professionale degli iscritti; gli stage sono stati realizzati attraverso delle vere e proprie patnership con le organizzazioni non profit per rendere più facile il salto nel mondo del lavoro. Insomma, sia che siate operatori non profit ?storici? , sia che siate giovani diplomati o laureati con la voglia di entrare in una dimensione professionale alternativa, tra queste schede c?è la risposta che fa per voi. Bologna Master in Cooperazione Di fronte alle sfide della globalizzazione e all?aggressività congenita di tutti gli altri modelli economici, il mondo cooperativo ha bisogno di dirigenti preparati. È questa la prima esigenza cui cerca di rispondere il corso di Perfezionamento in Economia della Cooperazione dell?Università di Bologna, nato per formare professionalità competenti che sappiano dare al mondo cooperativo lo scatto in avanti indispensabile per stare al passo con processi economici sempre più innovativi. Scopo del corso è quello di predisporre un complesso di conoscenze e strumenti di analisi mirati agli scopi del movimento cooperativo. E se è vero che le qualità di un manager del non profit devono essere, a detta del professor Zamagni, «passione, conoscenza teorica e capacità relazionali», nel settore cooperativo è importante insegnare la gestione d?impresa lasciando fuori logiche e metodologie estranee. Il percorso didattico si sviluppa su un?area economica, una aziendale, una giuridica ed una storico-sociologica, per un totale di 430 ore. La durata del corso è di 10 mesi, da gennaio a ottobre, con uno stage estivo di tre mesi volto alla realizzazione di un progetto di pianificazione e gestione di tipo applicativo. Il piano di studi è organizzato secondo gli spunti e le esigenze delle Centrali cooperative che hanno contribuito a fondare il Master e che ogni anno offrono borse di studio: per questo il 40% delle lezioni si articola in seminari su problematiche specifiche del mondo cooperativo. Milano Economia del non profit Il numero è di quelli che mettono alla prova la cabala: sono infatti 17 gli studenti che proprio martedì prossimo, 18 luglio, discuteranno la laurea in Economia non profit all?Università Cattolica di Milano, con la soddisfazione di essere il primo gruppo che conclude il corso avviato tre anni fa nell?ambito della Facoltà di Economia. Sarà una cerimonia ma anche una piccola festa per tutti gli insegnanti, gli studenti e per i rappresentanti degli enti non profit che hanno tenuto a battesimo il nuovo diploma. «È una bella gratificazione», commenta il professor Giuseppe Micheli, responsabile del diploma, «perché il 30% degli studenti ha raggiunto il traguardo della laurea alla prima sessione, e questo significa che la formula accademica ha dato subito i suoi frutti». Un diploma nato sotto la buona stella di tanti enti sostenitori, come Acli, Cisl, Compagnia delle Opere, e pianificato in modo da avere sempre un legame forte con la realtà del non profit. «Abbiamo deciso la soppressione dei due indirizzi sanitario-assistenziale e di economia civile», spiega Micheli, «per puntare su una formazione interdisciplinare, che riesca a dare strumenti mirati a tutta la realtà imprenditoriale del non profit». Il piano di studi, di tre anni, con 500 ore di lezione per ciascuna annualità, tocca le più diverse aree tematiche: economica, aziendale, giuridica e matematico-statistica. E per rendere operativo il bagaglio di conoscenze accumulate, nell?ultimo anno di corso è previsto un tirocinio presso un?organizzazione del terzo settore. Milano Gestione aziende non profit Chiamateli pure come volete: ?manager con l?anima?, ?bocconiani del sociale? o ?quei toccati che nel tempio del profitto studiano le associazioni?, il risultato non cambia: i laureati in Economia con indirizzo in Gestione delle Aziende non profit di via Sarfatti vanno a ruba. «Nel Terzo settore ma anche nelle aziende profit», spiega il professor Giorgio Fiorentini che a settembre darà il benvenuto alle matricole della sesta edizione dell?indirizzo non profit, «per tre ragioni: solidarietà, responsabilità e sussidiarietà. La prima come ?solidarietà aziendale?: le imprese sia profit che non devono inserirlo nel loro Dna per diventare davvero gruppi di cooperanti che lavorano per una identica mission. La seconda come responsabilità rispetto agli strumenti di gestione di un?azienda e la terza come ?sussidiarietà aziendale?, tra aziende profit, non profit e lo Stato che parlino lo stesso linguaggio per capirsi e costruire un nuovo welfare system». Ragioni che stanno alla base anche delle altre offerte di formazione non profit per laureati, laureandi e operatori del Terzo settore messe in campo dalla Sda e dal Cergas Bocconi per il 2000: un master post laurea in gestione e organizzazione delle imprese non profit, uno in economia e gestione dei beni artistici e culturali, sei seminari sul bilancio, raccolta fondi e accesso ai finanziamenti pubblici per un ente del Terzo settore e una serie di incontri sulla gestione del rischio nelle associazioni senza scopo di lucro per chi opera nel settore. Genova Corso per manager non profit Imparare a dirigere un ente non profit in 200 ore? Si può: l?anno scorso ci sono riusciti i 70 partecipanti al Corso di perfezionamento in Management delle organizzazioni non profit dell?università di Genova. E, dal prossimo 24 novembre, tutti i giovedì e venerdì, potranno provarci 30 laureati in Economia, Scienza della formazione, Scienze politiche e Giurisprudenza. Con o senza esperienza nel Terzo settore, l?importante è che in 17 lezioni di 4 ore ciascuna presso la Facoltà di Economia a Genova e 11 seminari di 12 ore che si terranno a Imperia vogliano approfondire il profilo giuridico, la gestione del personale, la pianificazione, controllo e stesura di un bilancio delle organizzazioni non profit. «Tematiche importantissime per gestire un ente senza scopo di lucro», spiega il professor Giorgio Giorgetti, responsabile del corso, «che i nostri studenti imparano a mettere in pratica con i project work: lavori di gruppo cui saranno impegnati da giugno a settembre 2001 trovando soluzioni non profit per rispondere a problemi dell?area ligure». Dai progetti di fundraising per ricostruire aree dismesse su cui hanno lavorato gli studenti dello scorso anno alle idee per recuperare la dimensione non profit di sport e cultura su cui si impegneranno i partecipanti alla seconda edizione. Che interagiranno con gli ex studenti già impegnati nel Terzo settore e potranno usufruire dei laboratori e materiali del Cenpro, il Centro di ricerca sulle organizzazioni senza scopo di lucro nato a gennaio presso la Facoltà. Iscrizioni fino al 29 settembre. Sassari Perfezionamento in gestione Seicento ore di lezione in 4 moduli, 282 di stage presso organismi del Terzo settore, viaggi all?estero e 20 postazioni Internet a disposizione. Sono i numeri del corso di Alta Formazione in promozione e gestione delle organizzazioni del Terzo settore promosso dall?università di Sassari, le Acli ed Enaip Sardegna giunto alla seconda edizione. Un master destinato a 20 laureati in Lettere e Filosofia, Magistero, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Sociologia, Economia, Scienze della Formazione, Medicina e Psicologia interessati a gestire una non profit o a lavorarvi come consulente specializzato nelle tematiche del corso. Diciannove in tutto, dal controllo di gestione al marketing sociale passando per l?analisi delle politiche pubbliche, la valutazione della qualità dei servizi e lo studio delle tecnologie dell?informazione e dell?informazione. «Internet, in una parola», spiega Silvio Lai, presidente del consorzio Sviluppo Impresa Sociale (Sis) creato nel ?98 proprio da università di Sassari, Enaip e Acli, «gli studenti della prima edizione hanno imparato a valutare i siti, costruirli e organizzare campagne di fundraising online». Una novità che non a caso viene dalla patria di Tiscali e da una regione che ha bisogno di professionisti sociali. Per prepararsi i 20 partecipanti al master di Sassari svolgeranno viaggi presso organizzazioni non profit europee e 282 ore di stage in associazioni, ong, cooperative, fondazioni o enti pubblici. Il master partirà a febbraio, ma le domande di ammissione devono pervenire entro dicembre. Trento Master in gestione di coop Più lavoro di gruppo, più attenzione verso gli enti non profit di tipo produttivo, più strumenti per interpretare oltre che gestire le organizzazioni del Terzo settore. Sono le tre novità del Corso di perfezionamento post laurea per la gestione di organizzazioni non profit e cooperative sociali di Trento giunto alla quinta edizione. Un master collaudato che, con 6 mesi di lezioni in aula e 5 di stage presso non profit italiane ed europee, in tre anni di vita ha formato 54 manager altamente qualificati di cui l?80% oggi lavora nell?economia civile e il 60% negli enti presso cui ha effettuato lo stage. «Risultati che danno ragione al nostro approccio al non profit», commenta il responsabile del corso professor Carlo Borzaga, «teorico e non solo pratico, adatto a chi dopo un anno di master vuole sapere come gestire un ente senza scopo di lucro ma anche come affrontare le sfide del Terzo settore». Prima fra tutte, l?interazione con le istituzioni, che i 20 laureati e laureandi del master in partenza a novembre si prepareranno ad analizzare studiando contabilità, bilancio e marketing delle coop sociali, gestione dei rapporti con la pubblica amministrazione e funzionamento di Ipab e Comuni. Temi che, grazie alla discussione di casi esposti in aula da operatori del Terzo settore, a Trento diventano un?esperienza formativa coinvolgente e interattiva. Testata con esami sul contenuto dei moduli e una relazione conclusiva sullo stage.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA