Eventi

Sei imprese sociali da conoscere 

Dalla Sicilia al Kenya e ancora dalla Spagna allo Zambia: la storia di sei imprese sociali che hanno puntato tutto sul capitale umano, tema della quarta edizione del Social Enterprise Open Camp, e che stanno davvero facendo la differenza nei luoghi dove sono nate, e non solo

di Anna Spena

È in corso a Todi (Pg) la quarta edizione del Social Enterprise Open Camp – Seoc, appuntamento di formazione internazionale dedicato all’imprenditoria sociale.

L’evento mette in dialogo realtà che si occupano di economia sociale grazie all’interlocuzione con esponenti della filantropia, accademici e protagonisti dell’industria e della finanza attraverso un percorso formativo e immersivo declinato in workshop, tavole rotonde, keynote speech. All’edizione di quest’anno partecipano 300 persone, di 26 nazionalità diverse, dai 19 ai 67 anni. L’iniziativa è promossa e organizzata dal Consorzio nazionale della cooperazione sociale Cgm insieme a Opes Lcef impact fund. Un programma ricchissimo di eventi (lo trovate qui) che rimette al centro, come spiega il titolo dell’edizione 2023 “Unlocking the potential of human & social capital”, il capitale umano. 

«Il valore vero del Seoc», spiega Giusi Biagi, la presidente di Cgm, «sta nella possibilità di creare reti tra persone, ed esperienze, che arrivano da tutto il mondo. Chi fa imprese sociale deve percepire di stare dentro un movimento più ampio, non sentirsi soli è fondamentale. Per me», continua Biaggi, «quello della cooperativa sociale rimane uno strumento di elezione, soprattutto grazie alle dinamiche legate alle democraticità dei processi». Al Seoc 2023 sono state presentate, e si sono raccontate attraverso la voce dei loro fondatori e fondatrici, sei esperienze di impresa sociale “riuscite”: se ce l’hanno fatta è perché al centro hanno messo proprio il capitale umano.

Albergo Etico

Il progetto “Albergo Etico” è nato ad Asti nel 2006. É nato da un incontro: quello tra i fratelli Antonio ed Egidio De Benedetto, gestori del ristorante Tacabanda di Asti, e Niccolò, un ragazzo con sindrome di down. Niccolò inizia uno stage nel loro ristorante, e dopo di lui, vengono coinvolti nello staff altri giovani con disabilità. Nel 2015, con l’arrivo di Alex Toselli, manager e social enterpreneur, apre l’Albergo Etico, il primo hotel in Italia gestito da persone disabili. Per gestire la struttura viene creata la Cooperativa di tipo B Download, di cui Alex Toselli diventa presidente. Nello stesso anno, per sostenere la formazioni dei ragazzi, viene aperta – sempre ad Asti – l’Accademia dell’Indipendenza, un programma di formazione e lavoro della durata di tre anni che permette ai ragazzi in condizione di fragilità di acquisire le competenze per la gestione dell’albergo e del ristorante. Sono passati solo pochi anni dal primo hotel, ma ora il marchio “Albergo Etico” è registrato in Italia, in Europa, Argentina, Australia, Albania ed in fase di approvazione in Norvegia. Gli hotel gestiti da Albergo Etico sono strutture ricettive che offrono lavoro a persone con disabilità, in particolare a quelle con sindrome di down, ritardi mentali e sindromi autistiche. «Negli ultimi cinque anni», racconta Toselli, «nelle nostre strutture hanno soggiornato più di un milione di visitatori, e in mezzo c’è stato il Covid. Abbiamo scelto di mettere in vetrina la bellezza della fragilità e della diversità. Noi andiamo alla ricerca smodata del talento, e c’è talento ovunque».

Identità e Bellezza

Questo progetto di comunità è nato a Sciacca, in provincia di Agrigento, 28 mila abitanti accomunati da un desiderio: vivere bene nel luogo che hanno deciso di abitare. Ma come superare la crisi economica che affligge un piccolo comune? Partendo da un’analisi di ciò che non funzionava, l’intera comunità si è unita e ha elaborato un’offerta di turismo esperienziale: è nato così il Museo diffuso dei cinque sensi. Tre gli asset principali: sono diventati un’impresa sociale cooperativa di comunità; la loro governance è basata sul community management, costituto da un Cda diversificato che costruisce le strategie; sostenibilità del progetto, garantita dall’alto numero di persone che ne fanno parte e che è impegnata a dare il proprio contributo all’iniziativa. Il Museo Diffuso offre ai viaggiatori la possibilità di scoprire autentiche tradizioni locali – come l’arte della ceramica – e collega artigiani, strutture ricettive, ristoranti e altre attività, in una rete sinergica che favorisce la promozione del territorio. Sciacca è diventato un luogo dove le emozioni si percepiscono con i 5 sensi: le porte cittadine diventano quelle del Museo, strade e piazze diventano sale espositive e i monumenti le attrazioni. Negozi, botteghe e finestre diventano le teche del museo, il tesoro da condividere è l’identità dei cittadini.

Koiki

Koiki è un’impresa sociale fondata in Spagna nel 2015 per cambiare le regole delle consegne a domicilio. E prova a farlo partendo da un desiderio: generare impatto sociale. Se lo shopping con un solo clic da un lato ha semplificato la vita, dall’altro ha aumentato il traffico e l’inquinamento. Due gli obiettivi principali di Koiki: creare occupazione per le persone in condizione di fragilità, tra cui migranti ed ex detenuti, e diminuire le emissioni di CO2 lavorando attraverso una rete di oltre 80 microhub di prossimità che gli permettono di promuovere l’utilizzo di biciclette o di fare consegne a piedi e quindi rendere sostenibile almeno l’ultima parte delle consegne. Koiki oggi è disponibile in 46 città in Spagna e a Lisbona. Tra i clienti dell’impresa sociale anche grandi aziende del for profit, come L’Oreal, Decathlon, Vinted, Leroy & Merlin, Dhl.

Moltivolti

«Noi non lavoriamo con i migranti, noi lavoriamo con le persone», spiega Claudio Arestivo, co-fondatore dell’Impresa Sociale Moltivolti. Moltivolti è nata nel 2014 a Palermo, a Ballarò, quartiere complesso della città, per rispondere alla sfida dei nuovi flussi migratori. Ballarò è quella periferia al centro della città all’interno della quale vivono 25 comunità straniere diverse e si parlano più di 15 lingue. L’idea alla base era chiara: la necessità di creare la visione di nuovo Mediterraneo basato sullo scambio e sulla contaminazione culturale. La realtà di Moltivolti è cresciuta nell’ultimo triennio grazie all’apertura di una caffetteria (Altrove), di una struttura di accoglienza turistica (SopraMoltivolti) ed una gelateria (Barconi). Oggi l’impresa sociale coinvolge in forma permanente uno staff di 35 persone, di 14 nazionalità diverse, e insieme a loro mette in campo una proposta commerciale, culinaria e di accoglienza. La prossima sfida di questa impresa sociale è quella di rendere il progetto Moltivolti scalabile e replicabile anche in altre città.

Shamba Pride

Nel continente africano la distribuzione rurale dell’agricoltura, dei fattori produttivi, dei servizi e delle informazioni è ancora troppo informale, povera e inefficiente. Ciò significa che intrappola le famiglie contadine in un ciclo di scarsa produttività agricola e povertà. Sebbene esistano molte innovazioni e tecnologie legate ai fattori di produzione e ai servizi agricoli, queste rimangono scarsamente accessibili per gli agricoltori rurali che ne hanno maggiormente bisogno. Shamba Pride, è un’impresa sociale nata con una missione precisa: colmare questo gap e liberare l’Africa dalla fame e dalla povertà attraverso il potenziamento degli agricoltori rurali per aumentare il loro reddito e le opportunità di lavoro. Insomma una rivoluzionare del commercio agricolo rurale. Fondata a Nairobi, in Kenya, nel 2016, Shamba Pride, attraverso una piattaforma digitale, collega gli agricoltori con i produttori e i rivenditori agricoli, eliminando la necessità di intermediari. Ad oggi Shamba Pride conta oltre 60mila agricoltori registrati e 2mila rivenditori agricoli.


WidEnergy
 

In uno dei suoi viaggi fuori da Lusaka, capitale dello Zambia, Liliane M Ndabaneze ha visitato una clinica dove le infermiere dovevano usare le torce del telefono per far nascere un bambino. Quelle stesse infermiere le hanno spiegato che lì, fuori dalla capitale, avere l’elettricità era molto difficile. Da questo incontro è nata nel 2016 l’impresa sociale Women’s Initiative for Delivering clean Energy to Africa- WidEnergy, una società, a guida femminile, registrata in Zambia, dedicata che lavora nella distribuzione di soluzioni energetiche pulite, affidabili e convenienti anche nelle aree scarsamente servite. La missione di WidEnergy, oltre a fornire prodotti solari a prezzi accessibili, è quella di offrire formazione e lavoro a donne e ragazze africane, per renderle consapevoli e sostenitrici dell’energia pulita, e spiegare che questa ha un impatto positivo sulla salute, sull’istruzione e sul reddito familiare. Ad oggi l’impresa ha fornito 30mila prodotti di energia pulita solare. I prodotti solari vengono acquistati da fornitori certificati e venduti agli utenti finali a credito (PayGo) con una garanzia di due anni. I prodotti Solar Home System vengono importati dai fornitori e inviati al magazzino della sede centrale per essere controllati e abbinati ai telefoni. Le agenti di vendita, le donne che l’impresa sociale forma, si recano nei villaggi remoti non collegati alla rete elettrica e si occupano della vendita porta a porta. La stragrande maggioranza degli utenti finali sono piccoli agricoltori e piccoli imprenditori.

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