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Sei cose da sapere sull’Eritrea

Sono al primo posto dell’emergenza migrazione, gli eritrei, un Paese di poco più di 6 milioni di persone, da cui si continua a fuggire senza tregua, a migliaia, ogni mese. Ma da cosa stanno fuggendo queste persone. Ecco alcune cose da sapere sullo stato chiamato la Nord Corea d’Africa

di Ottavia Spaggiari

La chiamano la Nord Corea dell’Africa. Conta una popolazione di poco superiore ai 6 milioni di abitanti, l’Eritrea eppure il piccolo Paese del Corno d’Africa rimane in cima alle classifiche dell’emergenza migrazione. Ecco alcune cose da sapere sul Paese da cui arriva il maggior numero di migranti sbarcati sulle coste italiane.

I numeri

Circa 5mila persone ogni mese fuggono dall’Eritrea che, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità conta una popolazione di 6,333,000 abitanti. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, gli eritrei sono la popolazione più numerosa ad essere sbarcata sulle coste italiane: 29.019 su 111.354 arrivi in totale da gennaio al 25 agosto, seguiti dai Somali, Nigeriani, Siriani, Gambesi e Senegalesi. Secondo l’ UNHCR lo scorso solo nel 2014, i rifugiati eritrei erano 357.406. Di questi, 100mila si trovavano in Sudan e circa altri 100mila in Etiopia.

Perché così tanti eritrei fuggono

Da anni gli eritrei lasciano il Paese per sottrarsi al regime del dittatore Isaias Afwerki, più recentemente le fughe sono aumentate con l’intensificarsi della leva obbligatoria a tempo indefinito. Il rapporto dell’ Alto Commissariato ONU dei Diritti Umani, pubblicato all’inizio di giugno, oltre ad essere obbligati al servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato e la negazione di qualsiasi forma di espressione, "Il governo eritreo ha creato un clima di terrore in cui il dissenso è sistematicamente represso, la popolazione è costretta al lavoro forzato e a carcerazioni arbitrarie, tanto da potersi definire crimini contro l'umanità". Secondo il rapporto, “costretti a conforntarsi con una situazione che sembra senza speranza, sentendosi impotenti, centinaia di migliaia di eritrei fuggono dal Paese. Disperati cercano una fuga attraverso il deserto, i Paesi vicini, devastati dalle guerre, e mari pericolosi, alla ricerca di una salvezza, rischiando di essere catturati, torturati e uccisi da trafficanti di esseri umani senza scrupoli.”

Quanto è oppressivo il regime?

Il rapporto dell’Alto Commissariato ONU dei Diritti Umani ha evidenziato violazioni dei diritti umani sistematiche e diffuse da parte del governo eritreo: diritti e libertà sono pesantemente limitati. L’Alto Commissariato ha poi trovato violazioni nelle aree delle esecuzioni extragiudiziarie, la tortura (inclusa la tortura sessuale), la leva e il lavoro forzato potrebbero costituire crimini contro l’umanità.

La storia in breve

L’inizio dell’occupazione italiana risale al 1879, con un periodo coloniale terminato nel 1941, in cui il Paese registrò una presenza italiana fortissima, nel censimento del 1939 solo ad Asmara furono censiti 53.000 Italiani su una popolazione totale di 98.000 abitanti. Dopo il 1941 l'Eritrea rimase sotto occupazione militare alleata fino al 1947 e divenne un protettorato britannico fino al 1952, quando le Nazioni Unite la dichiararono federata con l'Impero etiope. Il Paese ottenne l’indipendenza solo nel 1991, dopo una guerra durata 30 anni con l’Etiopia. Afwerki, co-fondatore del Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo, ha guidato la guerra per l’indipendenza e due anni dopo è diventato presidente a seguito di un referendum. È il leader del Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia (FPDG), l’unico partito ammesso all’interno del Paese. Nel 1998 è esploso un conflitto disastroso originato dalla disputa sull’appartenenza della città di Badme al confine tra Eritrea ed Etiopia, sfociato in una guerra durata due anni.

Situazione sanitaria

Nonostante sia uno dei Paesi più poveri al mondo, l’Eritrea sarebbe uno dei pochi che dovrebbe raggiungere gli obiettivi del Millennio per la Sanità. Secondo l’ONU la mortalità infantile sarebbe infatti diminuita notevolmente, così come la i vaccini sarebbero aumentati, i dati però sono stati giudicati eccessivamente ottimisti da diversi critici del governo, per altri, come per la giornalista britannica Michela Wrong, che si è occupata a lungo del Paese, è solo una prova che utilizzare i Millennium Development Goals, in realtà non è abbastanza per giudicare lo sviluppo di un Paese.

Saperne di più

Il libro di Michela Wrong, I didn't do it for you. L'Eritrea dall'occupazione italiana ad oggi. In questi giorni il Guardian sta dedicando un approfondimento al Paese, proprio per capire da cosa sta scappando il maggior numero di migranti arrivati sulle coste europee negli ultimi mesi.

Foto: JEAN CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images

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