Economia

Segretaria su, camionista giù: ecco “il borsino dei mestieri”

La Cgia di Mestre ha stilato una classifica delle professioni che hanno subito i maggiori incrementi e cali dall’introduzione del Jobs Act. E tra le figure meno richieste spuntano anche due operatori in campo sociale

di Gabriella Meroni

Con l’avvento del Jobs Act gli impiegati, le segretarie, i cuochi, i camerieri, i baristi, gli agenti assicurativi e finanziari sono le professioni che hanno subito gli incrementi occupazionali più importanti. Per contro, invece, i camionisti e gli autisti, gli operai e artigiani specializzati nelle costruzioni (posatori di piastrelle, vetrai, idraulici, elettricisti, serramentisti), i collaboratori domestici non qualificati, i sarti e gli operai del tessile e i bancari sono i mestieri che hanno subito le contrazioni più preoccupanti. Ma anche due professioni sociali sono andate in sofferenza: si tratta degli accompagnatori delle persone disabili e degli addetti alla formazione dei giovani, che hanno subito una contrazione di 22.600 unità (-12,8%) tra 2014 e 2016.

Sono questi i dati del “borsino delle professioni” dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ha elaborato una graduatoria dei lavori “top & down” maturata tra il 2014 e il 2016. Un periodo contrassegnato dalle novità introdotte nel mercato del lavoro sia dal jobs act sia dagli sgravi contributivi temporanei rivolti alle imprese, che nel biennio 2015/2016 hanno assunto lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Questa analisi, fa sapere la CGIA, include tutti i nuovi occupati; siano essi subordinati o autonomi/partite Iva. E l’artigianato, sfortunatamente, è tra i settori più in difficoltà. «Purtroppo – dichiara il segretario della CGIA Renato Mason – ci preoccupa lo stato di salute di alcune professioni storiche dell’artigianato: barbieri, calzolai, fabbri, fotografi o corniciai, ad esempio, sono in via di estinzione e oltre a perdere saperi e conoscenze che non recupereremo mai più, la chiusura di queste attività sta peggiorando il volto urbano dei nostri paesi e delle nostre città».

Tra il 2014 e il 2016 gli impiegati alla segreteria sono aumentati di 118.300 unità (+10,7%). Seguono i cuochi, i camerieri e i baristi che hanno registrato un incremento in termini assoluti di 110.400 unità (+10,6%) e gli agenti assicurativi/bancari, con 64.000 addetti in più (+20,2%). Appena fuori dal podio troviamo i facchini, gli imballatori e gli addetti alle consegne, con un variazione degli occupati pari a +61.900 (+14,8%) e gli analisti gestionali/di mercato e pubbliche relazioni che sono cresciuti di 54.600 unità (+12,2%).

Le professioni “down” Nel periodo preso in esame, il mestiere più in difficoltà è stato quello dell’autista: alla guida di bus e mezzi pesanti abbiamo perso 38.700 professionisti della strada (- 7%). In grosse difficoltà anche i mestieri legati al mondo dell’edilizia: tra il 2014 e il 2016 gli artigiani e gli operai specializzati nelle rifiniture (come i posatori di piastrelle e di tegole, gli idraulici, gli elettricisti, i serramentisti e gli addetti ai sistemi di coibentazione) sono diminuiti di 36.100 unità (-8,5%). Forte caduta numerica anche dei collaboratori domestici non qualificati per servizi alla casa (non per l’assistenza) che sono scesi di 32.800 unità (-6,7%). Come già ricordato, infine, gli accompagnatori delle persone disabili, gli addetti alla formazione e all’orientamento dei giovani hanno subito una contrazione di 22.600 unità (-12,8%).

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