Famiglia

Seggiolini antiabbandono, l’ennesima umiliazione per le famiglie

Entra in vigore oggi, senza preavviso, l'obbligo per dotare i seggiolini delle automobili di dispositivi che avvertano della presenza dei minori di quattro anni. Insieme all'obbligo, da oggi sono in vigore anche le ammende. Non pervenuti per ora invece gli incentivi annunciati. «Ormai le famiglie sono viste come un nemico. È l'ennesima dimostrazione di come in Italia la famiglia sia solo un buon portafogli da cui attingere», sottolinea Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni famigliari

di Lorenzo Maria Alvaro

Sono in tutto otto i casi di bambini deceduti per essere stati dimenticati in auto dal 1998 ad oggi. Otto casi in 21 anni. È nata per questo l’obbligo di seggiolini auto antiabbandono per bambini fino a quattro anni che avrebbe dovuto entrare in vigore il 6 marzo 2020 e che invece, per un’improvvisa decisione del ministero dell’Interno (con la circolare 300/A/9434/19/109/12/3/4/1, diramata nel pomeriggio della vigilia, 6 novembre), è legge da oggi, 7 novembre 2019. Non solo è obbligatorio per ogni genitore essere dotato di uno di questi sistemai di allarme ma per il nuovo articolo 172 del Codice della strada in caso di infrazione si incorre in 81 euro di multa, la decurtazione di cinque punti patente e in caso di recidiva, la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi. Tutto questo per altro senza che sia chiaro quali prodotti disponibili sul mercato siano conformi ai requisiti stabiliti dal Dm.

Ma non è tutto. Perché se queste sono le cose che ci sono da oggi sul tavolo delle famigli qualcosa manca. E sono gli incentivi (che dovrebbero essere di trenta euro) per l’acquisto di questi supporti. Che per altro, stando ad Amazon, non si trovano a meno di 70 euro.


«Questa è l’ennesima dimostrazione di come in Italia la famiglia è vista come un nemico. In questo Paese invece di vedere famiglie e bambini come il primo alleato dello Stato, li si vede come il modo più veloce e semplice per fare cassa», attacca duro Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni famigliari.

«È del tutto evidente che non stiamo parlando di un'emergenza del Paese, né di un'emergenza delle famiglie. Nessun padre o madre che vivono una vita tranquilla, rilassata e sicura dimenticherebbero mai un bambini. Quando questo succede è perché devono cicere frenetiche, preoccupate e molto faticose. Una politica seria per la famiglia sarebbe il miglior salva vita», continua De Palo.

Ma il problema non è solo tecnico: «Questi casi prima erano, giustamente, trattati come drammatiche fatalità. Con la nuova legge di fatto si cirminalizza i genitori italiani. Perché non sarà più una tragico evento ma, legalmente, un omicidio volontario. Non è così che si aiutano i gentiori italiani. Questa è una legge che non aiuta le famiglie, anzi, le mette in difficoltà».

«Siamo sempre favorevoli a tutte le azioni utili ad evitare tragedie come quelle accadute in passato, ma siamo convinti che questa sia di fatto una tassa indiretta sulle spalle delle famiglie con figli, che le metterà in difficoltà. Pare quasi che lo Stato si ricordi dei nuclei familiari solo per accorpare sanzioni, anziché premiarli per aver messo al mondo dei figli », sottolinea invece Emma Ciccarelli, vicepresidente del Forum.

«Per questo chiediamo che le sanzioni previste per chi non fosse in regola con la nuova normativa vengano “congelate” almeno fino a quando non saranno emanate disposizioni chiare sull’erogazione del contributo statale per chi dovrà acquistare gli adattatori o i nuovi seggiolini», conclude, «Confidiamo, inoltre, nell’impegno del Governo a informare in modo adeguato le famiglie, mettendole in condizione di provvedere ed evitare le sanzioni»

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