Famiglia

Secondo numero di Yalla Italia

Il mensile delle seconde generazioni scritto da giovani immigrati musulmani che in questo numero raccontano i loro genitori. «Così diversi da noi. Ecco come dialoghiamo con loro»

di Redazione

Come vanno i rapporti tra padri e figli nelle case degli immigrati arabi in Italia? E? questo il tema affrontato a viso aperto, com?è nel loro stile, dai giovani redattori di Yalla Italia, il mensile delle seconde generazioni che esce allegato al settimanale Vita.

Ogni redattore ha accettato la sfida di un racconto autobiografico, praticamente aprendo la propria porta di casa. Rassmea Salah, 25 anni, di origini egiziane, ha ?costretto? suo padre a vedere un film provocatorio come ?East is east? dedicato ai conflitti generazionali nell?immigrazione a Londra. La visione è tranquilla, il dibattito che ne segue abbastanza tempestoso.
Buthainia Ibrahim, egiziana pure lei, racconta come il conflitto passi attraverso la gestione del telecomando. Ogni film viene tempestivamente purgato dalle scene che si annunciano come scabrose. Lubna Ammoune, la più giovane della redazione, spiega come abbia trasformato la scelta di portare il velo e di seguire quindi le regole di famiglia, in un fatto pieno di glamour: ogni mattina la scelta del colore, da abbinare al vestito, diventa un rito a cui prestare massima attenzione.

Nell?editoriale (che viene pubblicato anche con la traduzione in arabo) Paolo Branca, docente di Arabo all?università Cattolica di Milano e punto di riferimento per i ragazzi di Yalla Italia, spiega come il passaggio generazionale sia una straordinaria avventura, in cui prevellgono gli aspetti di novità e di dinamismo su quelli di conflitto. Yalla Italia si chiude, come al solito, con una rubrica di barzellette in cui il mondo arabo e musulmano sorride di se stesso.

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