Non profit

Seattle: bocciata la tassa solidale sull’espresso

I cittadini hanno votato contro una tassa del 10% sull'espresso a favore dei bambini bisognosi

di Carlotta Jesi

Seattle, la città più new global e progressista d’America, non ha nessuna intenzione di pagare il 10% in più il suo caffé quotidiano per raccogliere fondi a favore dei bambini bisognosi. Il 16 settemebre, infatti, i suoi cittadini hanno votato contro l’applicazione di una tassa del 10% sull’espresso – e sui tutti i cappuccini, caffelatte e varianti del caffé tradizionali che lo contengono – proposta mesi fa dall’associazione Early Learning and Child Care che aveva raccolto più di 35,000 firme per lanciare il referendum sul caffé. La proposta di una tassa sul caffé, bocciata dal 68% dei votanti, si basava su questa constatazione: chi paga da 3 a 5 dollari per un caffelatte con aggiunta di vaniglia o una tazza di caffé al cocco può permettersi il 10 cents in più per aiutare i bambini. Secondo i sostenitori della proposta, la tassa sull’espresso avrebbe permesso di raccogliere 6,5 milioni di dollari l’anno. Un’idea che ha spaventato marchi come Starbucks, la grande catena di caffé e caffelatte nata nel 1971 proprio a Seattle che oggi conta 7 mila negozi in tutto il mondo e che, nonostante venda te e caffé del commercio equo, secondo molti ha fatto di tutto per bocciare la tassa temendo di perdere clienti.


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