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Sea-Eye soccorre altri 65 naufraghi, le Ong continuano a salvare vite umane
Tredici soggetti vulnerabili a bordo della barca a vela Alex di Mediterranea sono stati trasbordati in motovedette della Guardia Costiera, i 54 migranti soccorsi ieri dovrebbero andare a Malta. Nel frattempo la nave Alan Kurdi di Sea-Eye ha soccorso altri 65 naufraghi e ora è alla ricerca di un porto sicuro. In zona Sar anche l'Open Arms
Dalla barca a vela Alex di Mediterranea sono stati trasbordati su motovedette della Guardia Costiera italiana i 13 soggetti vulnerabili, tra cui donne e bambini, soccorsi nella giornata di ieri insieme ad altri 41 naufraghi che rimangono a bordo dell’imbarcazione italiana.
Per i 54 migranti sembra essersi trovata una soluzione: ad accoglierli sarà Malta, mentre il governo italiano si farà carico di 55 migranti che al momento si trovano a Malta. Si attende ora il trasferimento dei naufraghi a bordo del veliero Alex che avverrà su assetti militari.
«Dopo la visita a bordo dei medici SMOM, è in corso l'evacuazione a bordo della motovedetta CP300 della Guardia Costiera delle prime 13 persone salvate dalla Alex. Si tratta dei soggetti più vulnerabili (bambini, donne) e delle loro intere famiglie. È una buona notizia. Finalmente. Adesso devono sbarcare presto anche gli altri 41 naufraghi.L'accordo tra governi italiano e maltese è stato confermato da entrambe le parti: siamo in attesa che le Autorità organizzino il loro trasferimento a Malta su assetti militari, dal momento che non può ovviamente avvenire a bordo della Alex», scrive Mediterranea.
Nella mattina di oggi, venerdì 5 luglio, la Alan Kurdi della Ong tedesca Sea-Eye ha soccorso altre 65 persone che viaggiavano in un gommone strapieno.
«Le persone soccorso pensavano che la nostra fosse una nave della guardia costiera libica ed erano terrorizzati. Un ragazzo a bordo ci ha raccontato che sono partiti giovedì e sono stati in mare per più di 12 ore», spiega Gordon Isler, capo missione dell’Alan Kurdi attraverso un comunicato stampa.
E ora anche i 65 naufraghi a bordo della nave che porta il nome del bambino siriano di tre anni morto nella spiaggia di Bodrum in Turchia dovranno ora essere sbarcati in un porto sicuro.
Tra le Ong che al momento si trovano nell’area Sar libica c’è anche la Open Arms, mentre non si hanno più notizie degli 80 dispersi del naufragio avvenuto ieri a largo di Zarzis, in Tunisia.
FOTO/ Sea-Eye Fabian Heinz
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