Cultura

Se Pokémon Go diventa un lavoro

Il portale per la ricerca di professionisti ProntoPro.it ha attivato il primo servizio nazionale di gioco per conto terzi. Per 15 euro l’ora si può comprare un professionista che cacci per voi i Pokémon

di Lorenzo Maria Alvaro

Pagare qualcuno per giocare per voi a Pokémon Go? Da oggi è un servizio di ricerca professionale come tutti gli altri. ProntoPro.it, portale che mette in contatto domanda e offerta di lavoro professionale e artigianale, ha lanciato oggi il primo servizio nazionale di gioco Pokémon Go. In pratica, è possibile pagare qualcuno per giocare per voi, fino a 2 ore alla volta, per catturare nuovi Pokémon, farvi salire di livello attraverso le battaglie in palestra, covare le uova Pokémon o conquistare una Poké Gym nemica. Per trovare gli allenatori basterà digitare “Pokémon” nella barra di ricerca del portale e compilare il form rispondendo alle domande sulla base delle proprie esigenze di gioco. Per capire come sia nata l’idea abbiamo intervistato Silvia Wang, co-fondatrice del portale.


Come è nata l’idea di pensare a questo servizio?
Abbiamo risposto ad alcune persone che ce lo hanno chiesto. Da quando è arrivata l’applicazione del gioco in tantissimi ci hanno sottolineato di cercare questo tipo di soluzione. Così in tempi brevi abbiamo deciso di implementare una risposta a questa domanda.

Avete già dei riscontri economici?
Posso dire che, nonostante esista solo da oggi, ha già successo. Stanno arrivando tante richieste e tante candidature professionali

Come siete arrivati a stabilire che il prezzo giusto per questo servizio fosse 15 euro?
Ci siamo confrontati con Loris Pagano che è un ragazzo di 27 anni di Ravenna, uno dei primi ad aver prestato il suo tempo e le sue capacità per questo scopo. Parlando con lui per capire come pensare il servizio abbiamo scoperto che il costo di mercato medio era questo. Però va chiarito che noi non fissiamo un prezzo. Il nostro lavoro è far incontrare domanda e offerta. Saranno poi cliente e professionista ad accordarsi sui dettagli, quindi anche sulla remunerazione.

Il gioco è stato lanciato negli Usa meno di un mese fa e in Italia è arrivato da sole due settimane. Come si fa a parlare di professionisti?
In effetti non è la parola corretta. Quello del trainer di Pokémon go è un fenomeno sociale che sta nascendo. Non mi spingerei a definire i giocatori figure professionali. Ma non è così strano però, sono figure che somigliano ai dog sitter.

Come funziona tecnicamente la prestazione?
Per permettere agli allenatori esperti di giocare, il cliente potrà scegliere se prestare il proprio cellulare o condividere i dettagli del proprio accesso a Gmail. In entrambi i casi, ProntoPro.it suggerisce di prendere le dovute precauzioni, come ad esempio quella di farsi consegnare i documenti dell’allenatore che saranno restituiti alla fine della passeggiata.

Dal vostro annuncio si intuisce che non si tratta solo di cacciare i Pokémon …
Certo che no. Per pensare al servizio abbiamo dovuto studiare il gioco e formulare un questionario che permettesse di far specificare al cliente a quale funzionalità del gioco fosse interessato. Oltre alla caccia infatti c’è chi vuole salire di livello attraverso le battaglie in palestra, covare le uova Pokémon o conquistare una Poké Gym nemica. Sarà il cliente a decidere cosa gli interessa.

Sarà un canale remunerativo per voi?
Non penso che diventerà un core del nostro business. Siamo molto forti sui servizi tradizionali, come Casa, Eventi e simili. Questo è un fenomeno simpatico ma che non credo diventerà una grande categoria. Ma è sicuramente, al pari di altre, una categoria che ha domanda e offerta e quindi va considerata seriamente.

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