Non profit
Se per studiare meglio bisogna varcare il confine
Ogni mattina è un piccolo esodo dall'Inghilterra alla Scozia, che offre rette più basse e curricula migliori. E quel 24% in più per i docenti...
di Redazione
Ogni mattina i fratelli Morag e Craig Wood, di quattordici e diciassette anni, con un bel gruppetto di coetanei aspettano l’autobus che li trasporterà al di là del fiume Tweed. Ogni mattina varcano il confine fra Inghilterra e Scozia per andare a studiare in quelle che sono considerate le scuole ideali: ottima organizzazione, insegnanti più bravi e prezzi bassi.
Dopo la devolution del 1999 e l’insediamento del Parlamento di Edimburgo, si è infatti creata un’ulteriore spaccatura fra le due regioni del Regno Unito tradizionalmente rivali. Un divario che si fa sempre più evidente proprio sul versante dell’educazione: a Nord, tasse scolastiche leggere e un bell’aumento del 24% sugli stipendi dei professori. A Sud del Tweed, invece, insegnanti in crisi e rette più salate per classi più numerose e che per di più funzionano peggio. Così c’è chi tutte le mattine varca il confine per studiare. Non solo: i presidi delle scuole del Northumberland, l’area appena sotto la Scozia, temono che da un momento all’altro si verifichi un esodo di massa dei loro insegnanti di origine scozzese, dopo il recente sostanzioso aumento deciso dal Parlamento di Edimburgo. E infatti, di rimando, le scuole inglesi fanno già fatica a reperire nuovi docenti.
Insomma, proprio a partire dalla politica scolastica – che in Scozia prevede anche curricula più ricchi e moderni e classi meno numerose – sta dilagando la non bella sensazione, soprattutto in clima elettorale, che a Nord del fiume Tweed si faccia tutto meglio. «Gli scozzesi hanno ancora una coscienza sociale», è l’analisi di un preside inglese intervistato da The Guardian, «e hanno mantenuto saldo il principio per cui gli investimenti sociali sono importanti quanto quelli privati».
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