“Demenza”. Non dimenticherò mai il giorno in cui il neurologo usò questa parola durante una
visita. Non credevo che la mia convivente Sclerosi potesse offrimi nuovi brividi di preoccupazione, così intensi, senza ricadute o nuovi sintomi strani. Il caro dottore, con tranquillità, mi stava spiegando che facevo bene a leggere molto e continuare a scrivere i miei articoli, perchè “usare il cervello” era un alleato contro la forma di demenza che, in noi sclerotici, poteva insorgere col passare degli anni. Dopo il terrore iniziale decisi di reagire con una terapia d’urto. “Bene! Usiamolo sto cervello” pensai e, fra le varie attività delle meningi, ripresi anche la mia vecchia passione degli acrostici All’inizio facevo fatica e non avevo molte idee, ma poco a poco, scopri quanto fosse piacevole e distensivo. Durante un’estate, decisi di dedicare acrostici ai mesi e ai cambiamenti atmosferici, finchè partorii un componimento che finalmente mi convinse senza remore, era l’Acrostico con la a maiuscola, di più era il mio motto, l’esortazione che avrei voluto seguire da quel momento in poi. Non ci ho pensato a tempo debito, ma arei potuto usarlo anche per la campagna Sul proprio motto personale, lanciata in occasione della settimana mondiale della SM 2013. Ecco lo propongo a tutti, sclerotici e non: S e O si L iberi E nergia ! Non pensate che sia fantastico?
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