Non profit
Se l’Iva agevolata è una chimera
La protesta di una Onlus che ha progettato due case di accoglienza a Pisa
Cari amici, il vostro giornale si è occupato spesso e bene dei problemi che le Onlus devono affrontare a causa della normativa fiscale italiana, e in particolare con il regime dell?Iva. Perciò vi raccontiamo la nostra esperienza, che riguarda anche altre realtà, sperando che tramite voi si possano aggregare le forze per ottenere quanto è giusto e legittimo. Siamo un?associazione che assicura l?assistenza religiosa nelle strutture ospedaliere della città universitaria di Pisa a mezzo di convenzioni con le Asl. Per rispondere alle esigenze di tante famiglie che seguono i propri parenti degenti, abbiamo progettato due case di accoglienza con funzioni di foresteria, che sono in costruzione. Già dal gennaio di quest?anno ci siamo rivolti agli uffici fiscali della città e alla direzione regionale delle entrate della Toscana per avere un parere scritto sull?applicazione dell?aliquota Iva agevolata, avendo la nostra realizzazione caratteristiche simili ad altre già ammesse all?aliquota del 10%.
Nei contatti personali ci sono state date indicazioni positive, ma con tutte le riserve circa quello che avrebbe rilevato la Guardia di Finanza nell?ipotesi di una verifica. In data 30 giugno abbiamo inviato un ?interpello? alla Direzione del dipartimento delle entrate del ministero delle Finanze, che a oggi non ha dato segno di alcuna risposta. Abbiamo ripetuto la domanda in ottobre, ripiegando su una richiesta di risoluzione ministeriale. Nessuna risposta è ancora pervenuta! Ora noi ci chiediamo: ma al ministro Visco queste cose gliele fanno sapere? Forse che tutte le iniziative che governo e Parlamento traducono in leggi e decreti legge sono inutili ?grida? manzoniane, perché servono solo per perseguitare il contribuente, ma quando questo, rispettoso delle leggi, chiede consiglio… tutto tace. Voglia tenere conto, signor ministro, che vi sono costruzioni che appartengono alla sfera privata che hanno l?agevolazione da noi richiesta e quindi non si spiega perché l?industria privata goda, diciamo giustamente, di agevolazioni per orientare il mercato asfittico dell?edilizia, e la nostra Onlus e altre vengano penalizzate con il pagamento del 20% sul terreno acquistato, sulla costruzione data in appalto, portando un investimento di 5 miliardi a un esborso di un miliardo di Iva.
Per quale riposta ragione viene chiesto alle Onlus di anticipare somme così rilevanti allo Stato, che d?altra parte consente ai privati e ai condomini il 41% di detrazioni Irpef sulla manutenzione straordinaria e in parte sull?ordinaria? Allora ci viene il sospetto che il governo abbia trasferito alle Onlus tante responsabilità, non convinto di volerlo fare, riservandosi poi di far mancare loro l?ossigeno. Non è così?
E allora, signor ministro Visco, vuole dimostrare di voler intervenire concretamente e seriamente sul problema? Nel particolare, le nostre foresterie vengono ufficializzate con il nome di ?Case di accoglienza a basso costo? perché vogliono evitare che i parenti dei malati debbano dormire in automobile o nelle stazioni ferroviarie. Quindi la nostra azione, essendo giusta, non si è fermata finora, né si fermerà a un nuovo silenzio. Ossequi
monsignor Giorgio Beconcini
vicario episcopale (Pisa)
Risponde R. Bonacina:
Gentilissimo monsignore, la sua lettera è talmente giusta, le ragioni che esprime talmente evidenti che davvero non c?è nulla da aggiungere. Se non che è verissimo che le responsabilità che lo Stato sta riconoscendo, quando non trasferendo, alle Onlus potranno uccidere e schiacciare le realtà di Terzo settore se almeno non si prevede un sistema di regole che, almeno, non le penalizzi rispetto alle realtà lucrative e commerciali.
Perché di questo, semplicemente, si tratta.
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